Roma, 17 mag. - In Italia sono solo 234 i parchi gioco inclusivi, concentrati prevalentemente al Centronord e spesso non accessibili ai ragazzi con disabilita' intellettiva o con disturbi dello spettro autistico. Inoltre manca una legge che renda effettivo il diritto al gioco e allo sport per tutti i minori, compresi quelli con disabilita' comprese, cosi' come sarebbero necessarie risorse economiche adeguate per supportare progetti e servizi locali come ludoteche, ludobus, giochi nei quartieri, e consentire la riappropriazione degli spazi pubblici urbani senza barriere. È il quadro che emerge dal documento di studio e proposta dell'Autorita' garante per l'infanzia e l'adolescenza presentato a Roma da Filomena Albano nel corso del convegno 'Il diritto al gioco e allo sport dei ragazzi con disabilita'', organizzato nella sala del Parlamentino del Cnel.
Si tratta del risultato di un lavoro, avviato lo scorso maggio dalla Consulta delle associazioni e organizzazioni presieduta dall'Autorita' garante, con il supporto tecnico dell'Istituto degli Innocenti. Per l'occasione sono stati realizzati quattro focus group e interviste a 238 persone, mentre in collaborazione con l'Anci e' stato somministrato un questionario a 173 Comuni ed e' stato raccolto il parere della Consulta dei ragazzi dell'Agia.
Ancora, in vista della Giornata mondiale del Gioco, in programma il 28 maggio, la Garante ha lanciato l'invito a prevedere attivita' inclusive in tutti gli eventi che saranno organizzati. "È necessario un cambiamento culturale. Servono formazione e sensibilizzazione rivolte alle famiglie, agli insegnanti, agli operatori e ai professionisti che lavorano con bambini e ragazzi- ha spiegato Albano- Ma non solo. Per favorire una vera inclusione occorre partire dai piccoli, che vanno educati all'accoglienza e al riconoscimento della diversita', stimolati all'apertura e alla solidarieta'. Bisogna insegnare loro a guardare il mondo da angolature diverse, a creare relazioni autentiche basate sul rispetto dell'altro. La Garante ha quindi aggiunto che "dai racconti dei ragazzi con disabilita' che abbiamo ascoltato emerge un vissuto di solitudine, sperimentato sin da piccoli nel giocare da soli e, quindi, il desiderio di stare insieme ad altri sia quando si gioca che quando si fa un'attivita' sportiva. A differenza degli adulti, i ragazzi descrivono il gioco e lo sport come divertimento e piacere ed esprimono il desiderio di giocare con i loro coetanei".
Sport e gioco sono diritti previsti dalla convenzione di New York, all'articolo 31. "Ecco perche' l'Autorita' garante, che ha anche un ruolo di promozione culturale, presenta un documento per fare da ponte tra le esigenze dei bambini e dei ragazzi e quelle delle istituzioni", ha aggiunto Albano- Noi promuoviamo il gioco e lo sport non solo per le loro finalita' riabilitative ma proprio per il piacere e per il divertimento che generano.
In Italia 234 spazi gioco inclusivi sono troppo pochi e manca anche una fotografia sul come, dove e perche' i ragazzi con disabilita' giocano e praticano sport, che sarebbe importante avere. Con questo documento proposta vogliamo accendere un faro su questi diritti perche' non siano di pochi ma di tutti, a prescindere dalla condizione in cui si trovano".
Al convegno, aperto dai saluti del senatore Lucio Malan, hanno partecipato anche Stefania Tilia dell'Ufficio per lo sport della Presidenza del Consiglio dei ministri; Alfredo Ferrante del dipartimento Politiche per la famiglia e le disabilita'; Clelia Caiazza della direzione generale per lo studente, l'integrazione e la partecipazione del Miur; Luigi Mazzuto, coordinatore della Commissione politiche sociali della Conferenza delle Regioni; Laura Baldassarre, assessore alla Persona e alla Comunita' solidale del Comune di Roma, e Francesco Silipo, incaricato nazionale Agesci.
(Red/ Dire)