Progettata da studiosi italiani. Ecco come funziona
Roma, 10 mag. - La delfino terapia (Bio Sonar Dolphin Teraphy) progettata da studiosi italiani per i bambini disabili sbarca per la prima volta a Dubai, grazie al gruppo Vertebral. i soci fondatori, la dottoressa Francesca Mangraviti, unica referente italiana per la delfino terapia, e il dottor Alessandro Pisani, ortopedico e chirurgo vertebrale, hanno infatti organizzato ed effettuato la prima sessione al Dubai Dolphinarium con due pazienti cerebrolesi di 11 e 7 anni: la prima nata affetta da microcefalia con spasticita', l'altra affetta da epilessia su base genetica misconosciuta farmacoresistente (guarda il video a questo link: https://drive.google.com/file/d/1soSuHmqJY_NhtP6jHrIs6R3XOMgmfBpH/ view?fbclid=IwAR3F_xjMJgdawOmwDPvLbywPodxgwU88GZBlzE50PYBu85EITaKj wTo4Vo).
Il meccanismo di azione - Nel progetto il delfino non viene utilizzato a scopo ludico con il bambino come accade con la 'pet therapy'. La delfino terapia si avvale di un organo complesso contenuto all'interno della scatola cranica del mammifero, chiamato 'Mellon'. Il generatore del segnale acustico e' contenuto anch'esso all'interno del cranio; l'impulso sonoro e' prodotto dal passaggio dell'aria attraverso un complesso sistema di strutture ossee. L'onda acustica viene modulata dal Mellon, costituito da tessuto adiposo a densita' differenziate, che governa la frequenza delle onde sonore e puo' essere paragonato al cristallino dell'occhio. L'insieme di tali strutture anatomiche costituisce un vero e proprio 'biosonar'.
Grazie al biosonar il delfino, verosimilmente, interagisce con l'attivita' elettrica del sistema nervoso centrale del paziente. "Si ipotizza che tali interazioni determinino delle modificazioni durature delle funzioni neurologiche alterate- spiegano gli studiosi- L'evidenza clinica, descritta in letteratura e da noi registrata nei casi trattati di recente e nel passato, e' costituita da effetti positivi e duraturi sotto il profilo della spasticita', della interazione sociale e del ritmo sonno veglia manifestati dai pazienti. Su questo concetto viene fondata la 'Delfino Terapia'".
All'ingresso in acqua del paziente, il delfino effettua una scansione iniziale, attraverso il biosonar, del suo sistema nervoso; inizia quindi uno scambio di frequenze che vengono continuamente rimodulate. Questa interazione tra le onde emanate dal delfino e l'attivita' cerebrale del bambino genera un fenomeno che gli studiosi vogliono studiare.
La procedura prevede un contatto diretto tra la regione frontale del delfino e le aree occipitale, cervicale, dorsale e lombosacrale del paziente, opportunamente immerso in acqua e sostenuto gestito e posizionato dal terapista, il quale gestisce la disposizione e l'esposizione dei tratti anatomici durante la terapia. Tali onde sonore, interagendo con l'attivita' elettrica del sistema nervoso del paziente, si ipotizza, determinino delle modificazioni durature delle funzioni neurologiche alterate.
- Come si puo' fare questo studio? "Intanto cercando di capire la frequenza delle onde ultrasonore in acqua mediante l'impiego di un sonar- fanno sapere gli studiosi italiani- che permette di appurare con quale frequenza queste onde vengono emanate, se entrano ed escono alla stessa frequenza, con quale ciclicita', se variano in base alle patologie dei bambini. Dal punto di vista scientifico intendiamo fare finalmente la differenza perche' ad oggi e' stata praticata la delfino terapia soltanto perche' i pazienti hanno riscontrato un beneficio. Adesso noi intendiamo capire quale tipologia esatta di onde il delfino usa durante la terapia, che cosa viene modificato nello specifico".
Su questo verra' stilato un protocollo secondo cui i pazienti dovranno fare un followup sia in ingresso sia in uscita. I pazienti verranno studiati e valutati dal punto di vista clinico generale, da un neuropsichiatra infantile, dovranno essere effettuati degli esami strumentali (elettroencefalogramma prima e dopo, esami di risonanza magnetica funzionale per vedere quali zone del cervello vengono attivate prima e dopo, un emocromo per vedere se i parametri bioumorali vengono modificati).
Durata dei trattamenti - Le sessioni previste per la delfino terapia sono due l'anno. Ogni sessione deve avere la durata di sei giorni, per circa trenta minuti giornalieri. Ma in quali casi e' opportuno effettuare questo tipo di terapie? "Il raggio di operativita' e' molto ampio- spiegano ancora gli studiosi- perche' la terapia non ha nessuna controindicazione. Per sfruttare al massimo la neuro plasticita' celebrale prima si inizia, meglio e' in quanto il cervello di un bambino in eta' neonatale si presta meglio a ricevere delle modifiche dal punto di vista di bio sonar. La terapia nasce per tanti disturbi della sfera autistica ma posso avere tanti risultati anche sui bambini tetraplegici e i bambini con patologie neurologiche piu' o meno complesse. È indicata anche per pazienti adulti, con disturbi di depressione, con psicopatie e addirittura con il morbo di Parkinson e Alzheimer. È particolarmente indicata per i post traumi e post coma".
- Trattamenti specifici per patologie. L'intenzione di 'Studio vertebral' e' quella di creare delle vere e proprie sessioni di lavoro organizzate sulla base delle patologie: pediatriche, patologiche, per singola patologia, per adulti ecc. Ogni sessione avra' delle necessita' strumentali proprie e i protocolli sono variabili in base alla patologia. È una co-terapia, si aggiunge ma non sostituisce. La terapia non sostituisce le altre che il bambino ha gia' intrapreso, farmacologiche, riabilitative, di neuro psicomotricita', di logopedia ecc..
(Red/ Dire)