Roma, 3 mag. - In materia di pediatria la Regione Veneto sta provando a risolvere l'eccessiva carenza di pediatri. Due le proposte cardine per sanare questo gap: il Piano sociosanitario regionale 2019-2023 (Pssr), approvato dal Consiglio nel dicembre 2018, e ora la "fresca proposta della giunta regionale del Veneto sulle nuove schede di dotazione ospedaliera". Queste ultime prevedono, in sintesi, 68 ospedali, 754 reparti con altrettanti primari, 19.800 posti letto complessivi, dei quali 17.852 per acuti e 1.948 nelle strutture intermedie, come ospedali di comunita', hospice e unita' riabilitative territoriali.
Secondo Simone Rugolotto, presidente della sezione Veneto della Societa' italiana di Pediatria (Sip), intervistato dall'agenzia Dire, le novita' si trovano all'interno di questi due documenti. "Il Pssr prevede che, anche in ospedali non tipicamente universitari, sia effettuata la formazione del nuovo personale neo-laureato che non e' entrato nelle scuole di specializzazione, ma che potrebbe essere di fatto assunto per acquisire la specializzazione durante il lavoro negli ospedali". Su questo il pediatra fa sapere che "sono in atto al momento tavoli di accordo tra universita', regione e altri portatori di interesse". È una situazione critica quella in cui la regione si trova con "grave crisi di personale, che durano da tempo. Da qualche anno richiamiamo i pensionati- continua Rugolotto- e, recentemente, ne abbiamo avuti diversi nelle unita' che personalmente dirigo. Lo stesso accade gia' nella regione Trentino. Non e' una novita' per noi, la novita' sta nell'aumento esponenziale del fenomeno".
Il problema, a detta del pediatra, ha radici storiche: "Fino agli anni '90 il contratto del medico ospedaliero non prevedeva specializzazione. Un medico poteva essere assunto anche senza specialita', successivamente inserita come obbligatoria per entrare nel ramo ospedaliero. Per ora le universita' hanno aumentato il numero delle borse di studio, ma ne vedremo gli effetti soltanto tra 5 anni, quando la carenza sara' piu' grave", continua Rugolotto.
Passando alla pediatria del territorio, il Pssr del Veneto prevede "la possibilita' di erogare cure primarie sia come medici dipendenti che come medici accreditati, oppure come medici convenzionati. Vedremo la regione quando decidera' come applicare questa norma- conclude- che di fatto e' gia' presente nel sistema sanitario nazionale, nella sua legge che lo regola dagli anni '70".
Giudizio positivo quindi quello del presidente della Sip sezione Veneto in merito ai cambiamenti sociosanitari che la Regione sta tentando di portare a termine. Si attendono gli sviluppi.
(Red/ Dire)