Cipolla (Asp Palermo): Vera catastrofe per bimbi migranti
Roma, 26 lug. - Violenze plurime, assistita e di genere. Sono le nuove frontiere del maltrattamento sui minori, illustrate all'agenzia Dire da Domenico Cipolla, direttore dell'Unita' complessa di Pediatria dell'Asp di Palermo e del dipartimento Materno-infantile.
Si parte dalle grandi migrazioni, "delle vere catastrofi- sottolinea il pediatra- sono bambini molto piccoli che subiscono violenze plurime: nei centri di espulsione, nel viaggio e in tutte le situazioni di difficolta' che purtroppo si trovano ad affrontare". Cipolla incalza: "Parliamo di bambini che hanno piu' possibilita', rispetto a quelli italiani, di essere vittime di tanti abusi contemporaneamente". Dal fenomeno migratorio, riletto sotto la lente della vittimizzazione minorile, si giunge fino alla violenza assistita e di genere che coinvolge "minori che per lunghi anni si fanno spettatori di molteplici episodi di maltrattamenti, spesso del padre verso la madre. Episodi che, nei casi piu' drammatici, portano a 'orfani speciali', ovvero bambini vittime di femminicidio, che perdono la madre e il padre perche' quest'ultimo e' diventato un detenuto".
Cipolla non tralascia l'universo della rete, dove uno dei rischi impellenti e' il 'grooming', l'adescamento di un minore attraverso tecniche di manipolazione psicologica volte a superarne le resistenze e a ottenerne la fiducia. Funzionano a tal punto "da persuadere alcuni ragazzi- riflette il direttore- ad organizzare incontri offline che chiaramente accrescono le possibilita' di abusi sessuali".
E mentre sui minori piovono a valanga vecchi e nuovi rischi, rimane aperto un quesito: qual e' il ruolo che il pediatra deve giocare in tutto questo? "Il pediatra- illustra Cipolla- deve essere sempre piu' una sentinella sul territorio. Entra nella casa dei genitori, conosce le famiglie, i bambini, li vede crescere, li segue, fa dei bilanci di salute e puo' quindi rendersi conto di quando improvvisamente un bambino cambia".
Perche' quando un bambino cambia "ha degli atteggiamenti, dei segni, dei sintomi, al di la degli aspetti fisici che possono essere anche facili da riconoscere, come nel caso delle contusioni. Ci sono dei segnali- precisa- delle bandierine rosse che il pediatra puo' intercettare.
Quando il bambino va male a scuola, e' depresso, ha dei pensieri 'strani', non vuole piu' mangiare o manifesta un disinteresse verso gli altri. Sono elementi- conclude il direttore- che il pediatra puo' comprendere, prendere in carico, segnalare ai servizi sociali, cosi' da aiutare il bambino e la famiglia a intraprendere un percorso virtuoso per prevenire le forme piu' gravi di violenza".
(Wel/ Dire)