Oncologia, la storia cambia: 80% bimbi vive
Pession (Unibo): Puntare su 100% guarigioni, costi ridotti e meno tossicita'
Roma, 26 lug. - "Abbiamo cambiato la storia naturale del cancro in eta' pediatrica, capovolgendo la prognosi, e oggi oltre l'80% dei casi vive". Esordisce cosi' Andrea Pession, professore di Pediatria all'Alma Mater Studiorum - Universita' di Bologna (Unibo), che intervistato dall'agenzia Dire puntualizza: "In Oncologia pediatrica quando la mia generazione si laureava solo 10 casi su 100 sopravvivevano".
Non e' tuttavia una battaglia conclusa, il medico infatti incalza: "Non ci si ferma qui, anzitutto tra gli obiettivi c'e' il raggiungimento del 100% delle guarigioni- continua Pession- e dobbamo raggiungerle a un costo inferiore con ricoveri ridotti, terapie meno tossiche, tossicita' a breve termine e riduzione degli effetti collaterali dei trattamenti". Come? Attraverso "un approccio multidisciplinare che integri tutte le armi che abbiamo a disposizione: radioterapia, chemioterapia, terapia cellulare e molecolare mirata, immunoterapie o ancora- spiega lo specialista- tutto l'universo della terapia di supporto fino alle cure palliative".
Tra i nuovi orizzonti di sfida, inoltre, ci sono "le molecole mirate, farmaci specifici- aggiunge il professore- che agiscono sui meccanismi alla base della trasformazione di particolari tipi di tumore, vuoi con farmaci o anticorpi clonali che con diversi meccanismi che operano sui momenti della trasformazione di una cellula da normale a patologica e sostengono il sistema immunitario nel combattere la malattia in maniera naturale".
Uno l'interrogativo che rimane aperto: il cancro compare perche' la cellula naturale si trasforma o perche' il sistema immunitario che dovrebbe esercitare controllo non lo riesce ad esercitare? Secondo Pession e' un mix di "entrambe le cose. Bisogna promuovere l'immunocompetenza e supportare il sistema immunitario affinche' agisca contro i bersagli specifici delle cellule tumorali. Anche con terapie cellulari atte a sostenere la lotta contro il cancro. Addirittura- continua il medico- si puo' arrivare a considerare una cellula come un 'cavallo di Troia' portatrice di geni suicidi".
Sono tanti i trials che vengono effettuati ma "siamo vittime del nostro stesso successo. Perche'- aggiunge il professore- quando la guarigione e' appannaggio di oltre l'80% dei casi, diventa difficile trovare delle popolazioni di pazienti omogenee a tal punto da essere sottoposte a trattamenti in maniera clinica controllata. Sono molti i farmaci promettenti nei modelli sperimentali, ma devono prima dimostrare la loro sicurezza e successivamente la loro efficacia".
In Oncologia pediatrica i progressi, afferma Pession, "non sono mai fatti sul paziente ma con il paziente e grazie al paziente. E sempre e solo in maniera controllata. Ricordo- conclude- che per avanzare nella scienza bisogna usare molta prudenza perche' il risultato raggiunto non venga poi perso".
(Red/ Dire)
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