L'esperto: c'e' per neonati e adulti, esclusi chi ha tra 1 mese e 11 anni
Roma, 26 lug.
-Per l'Italia "e' ora di dotarsi di un sistema di trasporto ad hoc per i bambini in stato di emergenza che permetta loro di ottenere le migliori possibilita' di cura".
Lo dichiara all'agenzia Dire, pediatra e dottore di terapia intensiva allo Stollery Children's Hospital Edmonton in Canada, anche giudice dell'iniziativa tutta italiana dei Pediatric Simulation Games 2019.
Il trasferimento dei bambini in stato di emergenza "e' un problema reale perche'- spiega De Caen- i mezzi di trasporto e le persone che si prendono cura dei soggetti malati durante i trasferimenti nelle strutture ospedaliere, solitamente sono formate per gli adulti. Non sono abituate e possono non avere formazione per assistere i bambini gravemente malati".
Secondo il pediatra canadese, dunque, "e' arrivato il momento di dar vita a un team e un servizio specializzato per i bambini in condizioni di emergenza, perche' questa opzione gia' esiste per i neonati e per gli adulti". Chi rimane escluso? "I bambini che hanno piu' di un mese e meno di 11 anni", statuisce il dottore di terapia intensiva.
Sono molti i paesi che si sono dotati di sistemi del genere, soprattutto quelle nazioni, continua De Caen, "dove ci sono distanze molto lunghe da coprire e i bambini molto malati hanno bisogno di viaggiare, ad esempio, anche in elicottero, come gli Stati Uniti, il Canada, l'Australia. Ma- continua il pediatra- ci sono anche paesi" dove le distanze sono minori "che hanno modelli di trasporto di bambini molto malati davvero ben concepiti.
L'inghilterra' e' un esempio validissimo". Cio' che bisogna ricordare secondo De Caen, pero', e' che "non tutti i bambini hanno bisogno di questo tipo di servizi, ma quelli molto malati e quelli in condizioni di emergenza ne hanno bisogno, per forza di cose".
(Wel/ Dire)