Federazione si associa a Fimmg e dice no a "disegno omicida Ssn"
Roma, 19 lug. - La Federazione Cipe, Sispe, Sinspe proclama lo stato di agitazione per il mancato rinnovo dell'Accordo collettivo nazionale (Acn). La Federazione si associa a quanto dichiarato dal segretario nazionale della Fimmg, Silvestro Scotti, e dice "no al disegno di un chiaro e colpevole omicidio del Servizio Sanitario Nazionale, iniziando dall'indebolimento della figura centrale del medico e del pediatra convenzionato".
"Assistiamo, dall'inizio delle trattative nazionali, alla solita manfrina dei 'caduti dalle nuvole' per tutto quello che viene propinato nella bozza in discussione come pseudo novita', anche se a qualcuno viene piu' di un sospetto di accordi sottobanco in separata sede. Nel frattempo, invece, si alza forte e possente il grido di allarme di Silvestro Scotti, massimo rappresentante dei medici di medicina generale che definisce l'accordo, in una intervista a Libero del 10 luglio scorso, 'un chiaro e colpevole omicidio del Servizio Sanitario Nazionale'.
Sul tavolo della Pediatria di Famiglia, invece, assistiamo al colpevole silenzio accondiscendente di chi ha ben altri interessi da difendere, avendo noi la netta impressione che non siano proprio gli interessi dei pediatri di famiglia, anzi tutt'altro".
Per risolvere il problema della medicina convenzionata, secondo Cipe, Sispe e Sinspe, "non bisogna cambiare la situazione contrattuale dei Pediatri di famiglia e passare dall'attuale figura autonoma convenzionata a quella di dipendente, cosi' come apertamente palesato a livello delle diverse strutture regionali (ad esempio il Veneto) ed inter-regionali. Lo sviluppo dell'assistenza territoriale necessita non di una ridefinizione del rapporto contrattuale attuale- sottolineano- ma di una nuova visione organizzativa che deve passare necessariamente ad una 'Assistenza Globale al Bambino da 0 a 18 anni', con le necessarie dotazioni tecnologiche e di personale paramedico (psicologo, infermiere ecc) utili a dare una risposta assistenziale coerente, completa ed efficace. Alla luce di tutto cio' la Federazione ha deciso di associarsi ai medici di medicina generale nel proclamare lo stato di agitazione per arrivare ad un contratto quantomeno dignitoso".
La conoscenza della bozza di contratto "crediamo - e ne siamo convinti fermamente - che sia un diritto di tutti i pediatri di base, iscritti o non iscritti ai vari sindacati, visto che si parla del loro lavoro, della loro vita e del loro futuro (malattia, pensioni, sanzioni disciplinari, ferie, indennita', aumenti contrattuali, rischio professionale ecc. ecc.).
Un po' di numeri: "Entro il 2023 ben 14 milioni di italiani rimarranno senza il dottore di famiglia a due passi da casa.
Numeri impressionanti che sono il frutto dei pensionamenti (45mila nei prossimi cinque anni) e dello scarso gradimento dei neo laureati in Medicina verso questa specializzazione. Il motivo e' presto detto- spiega la federazione- gli specializzandi di medicina generale percepiscono una borsa di studio pari a 11.600 euro, mentre i loro colleghi cardiologi, oncologi, psichiatri, chirurghi e via dicendo, incassano piu' del doppio (tra i 25.000 e i 27.000 mila). Non solo, mentre per tutte le specializzazioni i neo medici sono esentati dal pagamento dell'Irpef, non sostengono gli oneri assicurativi per i rischi professionali e godono dei contributi versati ogni anno di post-laurea, i medici di medicina generale devono pagare tutto. Da quanti anni diciamo che ormai anche la Pediatria di Famiglia e' vicinissima al collasso? Se la situazione e' certamente difficile per la medicina generale, e' sicuramente drammatica per la Pediatria di Famiglia, considerando che nei prossimi 5 anni almeno la meta' dei Pediatria di famiglia andra' certamente in pensione. Oltre 3 milioni di bambini rischiano di restare senza assistenza pediatrica, 1 bambino su 2 non avra' piu' assistenza da parte del Pediatra, lasciando spazi immensi ai medici di medicina generale che non vedono l'ora di fare man bassa dei bambini dai 6 anni in su, e dove servira' anche dai 2 anni in poi".
La Federazione Cipe, Sispe, Sinspe aggiunge: "Un gran bel risultato, regalare bambini ai generici ormai e' diventata una prassi ordinaria in tutte le parti d'Italia a danno dei tanti colleghi che invece ne avrebbero pieno diritto. L'istituzione di un corso triennale abilitante per la Pediatria di Famiglia, analogo a quello della medicina generale, era stato accettato a suo tempo come principio persino dalla Fimmg, ma stoppato incredibilmente dalla Fimp della presidenza Chiamenti e della vicepresidenza Biasci. E pensare che eravamo gia' a Palazzo Chigi dove si sarebbe potuto fare un passo storico per la salvaguardia della Pediatria di famiglia. Tempi passati purtroppo, errori su errori, uno dei tanti, troppi in tutti questi anni... troppi e gravi. Si imparasse almeno dagli errori del passato- conclude la Federazione- e invece piu' di coccio che mai".
(Red/ Dire)