Punti nascita, Sip: No sospensiva chiusura Termoli
Con ostetrici, ginecologi e neonatologi chiedono a Grillo tavolo tecnico
Roma, 12 lug. - Le societa' scientifiche dell'area Ostetrica e Ginecologica, Neonatologica e Pediatrica esprimono forti perplessita' circa la decisione del Tar Molise, che avendo concesso la sospensiva al decreto di chiusura del punto nascita dell'Ospedale San Timoteo di Termoli, mette a rischio la salute di mamme e neonati. Da quasi 10 anni l'Associazione ostetrici ginecologi ospedalieri (Aogoi), la Societa' italiana di ginecologia e ostetricia (Sigo), la Societa' italiana di neonatologia (Sin) e la Societa' italiana di pediatria (Sip) sono impegnate, a fianco delle istituzioni, nel sostenere l'attuazione dell'Accordo Stato-Regioni del 2010, che prevede, a tutela della sicurezza di mamma e bambino, la razionalizzazione e la chiusura progressiva dei piccoli punti nascita con meno di 500 parti l'anno.
"Sebbene ogni donna voglia vivere l'esperienza della nascita del parto il piu' possibile vicino a casa- sostengono i professionisti delle societa' scientifiche- e' necessario sottolineare che sono le strutture con un elevato numero di parti a garantire la maggiore esperienza ed organizzazione, e dunque le piu' idonee a prevenire ed eventualmente affrontare le rare situazioni di rischio".
Avere la possibilita' di partorire sul proprio territorio, ma mettere a rischio la salute e il benessere del bambino e della madre, a maggior ragione dove non esiste una Terapia intensiva neonatale, e' dunque una scelta che le societa' scientifiche non condividono. I dati scientifici a disposizione, in un tempo in cui l'eta' media della partoriente e' sempre piu' alta e si registra un aumento dei parti pretermine, obbligano a scegliere la sicurezza piuttosto che la comodita'. Le Societa' scientifiche raccomandano altresi' che la chiusura di un punto nascita sia accompagnata da una riorganizzazione dei servizi per i controlli in gravidanza sul territorio.
I dati dell'ultimo Programma Nazionale Esiti (PNE), peraltro, evidenziano come siano ancora troppi i punti nascita sotto la soglia dei 500 parti/anno privi dei requisiti strutturali e organizzativi appropriati. Queste strutture spesso non sono in grado di affrontare situazioni di urgenza e di emergenza e mancano degli standard di qualita' per promuovere, sostenere e proteggere la fisiologia della nascita.
Il "problema" dei punti nascita non puo' ne' deve sottostare a logiche politiche o a valutazioni economiche, ma deve essere affrontato considerando, prima di ogni altro aspetto, la sicurezza delle donne e dei bambini, un valore a cui giustamente il Ssn e l'opinione pubblica attribuiscono crescente importanza. Partorire in condizioni in cui i requisiti essenziali non siano rispettati, rappresenta, infatti, un rischio inaccettabile per la salute pubblica. Se in condizioni geografiche particolari, come ad esempio le aree di montagna o le zone disagiate, e' ritenuto opportuno tenere aperto un punto nascita con un volume di attivita' inferiore ai 500 parti, questo deve comunque garantire criteri di sicurezza ed adeguati mezzi di trasporto in caso di necessita', come previsto dal DM 11/11/2015, che attribuisce al Comitato Percorso Nascita nazionale (CPNn) di esprimere una valutazione "consultiva" su richieste di deroga avanzate da Regioni e Province Autonome.
"Il caso di Termoli ripropone all'attenzione delle istituzioni e dell'opinione pubblica una questione di grande attualita' che bisogna affrontare con decisione, nell'interesse della salute della diade madre-neonato", concludono le societa' scientifiche. "Ribadendo la contrarieta' delle nostre societa' alla decisione del Tar, chiediamo al ministro Grillo, particolarmente sensibile al tema della sicurezza, di convocare un tavolo tecnico, per concordare una strategia condivisa e le modalita' di prosecuzione dell'attuazione dell'Accordo Stato-Regioni. Allo stesso tempo ci appelliamo al senso di responsabilita' di sindaci e politici che operano nelle istituzioni locali, nel comune interesse di tutelare la salute delle mamme e dei bambini".
(Red/ Dire)
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