Roma, 12 lug. - I pediatri italiani mostrano verso lo svezzamento e l'alimentazione del bambino piccolo molta cura, duttilita' e attenzione alle linee guida per una corretta alimentazione precoce. Il 90% e' disponibile a riconsiderare il proprio atteggiamento in accordo con le nuove acquisizioni e i tempi che cambiano. Convivono tuttavia convinzioni diverse sulle priorita' da considerare per iniziare i bambini allo svezzamento. È quanto risulta da una survey della SICuPP rivolta a 350 pediatri di famiglia per di descrivere il loro personale comportamento al momento della cosiddetta 'Alimentazione Complementare'. Paolo Brambilla, pediatra di famiglia Sicupp e responsabile del progetto, sottolinea cinque aspetti fondamentali messi in luce dall'indagine.
"Praticamente tutti dichiarano di prendersi cura di questo momento cruciale nei bilanci di salute e di fornire consigli specifici. I pediatri mostrano una notevole duttilita'- ricorda Brambilla- circa la meta' afferma di utilizzare strumenti diversi a seconda del bambino e della famiglia che ha di fronte, dagli schemi definiti di Svezzamento fino al cosiddetto autosvezzamento (o alimentazione a richiesta). Tra chi preferisce decisamente uno strumento (l'altra meta'), 3 su 4 usano schemi definiti e 1 su 4 l'autosvezzamento".
Oltre il 90% "ha cambiato atteggiamento (in parte o in tutto) negli ultimi 10 anni, quindi mostrano cura, duttilita' ma anche notevole disponibilita' al cambiamento", aggiunge il medico.
Tecnicamente, sui tempi di inizio dello svezzamento "per 3 su 4 l'ideale e' tra i 5 e i 6 mesi- fa sapere il pediatra- per nessuno comunque si inizia di prima dei 4 e dopo i 7 mesi. La grande maggioranza (il 90%) fornisce indicazioni precise circa la quantita' di carne e consiglia di aggiungere sale ai cibi dopo l'anno di vita. Tutto questo in accordo con le linee guida internazionali, dato che entrambi sono considerati segnali di attenzione verso una corretta nutrizione sin dai primi mesi di vita".
Per decidere qual e' il momento opportuno per iniziare, esistono attualmente due anime che quasi si equivalgono tra i pediatri: "C'e' chi da' piu' rilevanza alle abilita' acquisite e al comportamento del bambino (60%) e chi alle necessita' nutrizionali (40%). Questi ultimi sembrano suggerire un inizio piu' precoce e il ricorso a schemi definiti, danno indicazioni sulla quantita' di carne e consigliano di aspettare il compimento dell'anno per l'introduzione del cibo dei genitori e per l'aggiunta di sale". Chi invece segue il comportamento "tende a far iniziare lo svezzamento un po' piu' tardi, usa piu' facilmente l'alimentazione responsiva e non segue degli schemi precisi, ne' fornisce indicazioni sulla quantita' di sale e proteine. Per noi pediatri quest'ultimo punto e' fondamentale- conclude Brambilla- abbiamo bisogno di avere un consenso e comportamenti condivisi su tale aspetto".
(Red/ Dire)