Enuresi, Sip Lazio: Riguarda 10-15% bambini 5-6 anni
Oltre ereditarieta', tra cause vescica piu' iperattiva e difficolta' risveglio
Roma, 25 gen. - "L'enuresi e' il problema funzionale piu' comune dell'infanzia e interessa dal 10 al 15% dei bambini di 5-6 anni, poi man mano tende a risolversi entro la puberta'. Ha un impatto sia sulla salute mentale che sul comportamento di tanti bambini, ed e' facilmente comprensibile". A spiegarlo e' Pietro Ferrara, professore dell'Universita' Cattolica del Sacro Cuore e dell'Universita' Campus Biomedico di Roma, nonche' presidente della Societa' italiana di pediatria sezione Lazio.
Per enuresi si intende con precisione "il bagnare il letto la notte in maniera involontaria dopo il compimento del quinto anno di eta'- continua Ferrara- e sono quattro le cause nell'enuresi primaria, quella che esiste da sempre, ovvero il bambino che non ha acquisito mai il controllo notturno. A parte l'eridaterieta', poiche' ormai ci sono dei cromosomi, dei geni ben conosciuti che codificano per questo disturbo, le altre cause si rintracciano in un alterato ritmo circadiano dell'ormone che permette di trattenere i liquidi la notte, in una difficolta' di risveglio e in una vescica un po' piu' iperattiva. Tutte queste cause insieme possono provocare il disturbo nei bambini predisposti".
Esistono delle cure? "Certamente si'- risponde il pediatra- e si puo' dire che non esiste l'enuresi, ma esiste il bambino enuretico, in quanto la cura va personalizzata per quel bambino e soprattutto non deve essere una cura aggressiva solo dal punto di vista farmacologica. Sicuramente dei comportamenti dovranno essere corretti- prosegue il medico- quando, per esempio, si assumono i liquidi la sera in eccesso, bisogna evitare le bevande gassate e occorre avere un'igiene del sonno. Esistono tutta una serie di consigli che, associati alle terapie farmacologiche, possono dare ottimi risultati dal punto di vista terapeutico". Si parla di enuresi dopo il compimento del quinto anno e i genitori dovranno consultare il pediatra "quando si accorgono che questo problema comincia ad essere impattante sulla vita del bambino: ha paura di andare alle gite scolastiche, di andare a dormire a casa degli amichetti e lo riferisce come un problema. Se e' un'esplicita richiesta del soggetto che ha il disturbo- conclude Ferrara- oppure quando ci si accorge che questo disturbo comincia ad essere molto importante per il bambino o per la bambina e puo' comprometterne in qualche in maniera la sua attivita' sociale e i suoi comportamenti".
(Wel/ Dire)
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