Mosca (Sin): Prematurita' malattia grave, sopravvivenza non sempre certa
In Italia tasso di mortalita' sotto 1,5 kg e' tra piu' bassi al mondo
Roma, 11 gen. - "I nati pretermine, in particolare se estremamente prematuri, rischiano la vita ogni minuto, ma in Italia il tasso di mortalita' per quelli di peso inferiore a 1500 grammi e' tra i piu' bassi al mondo. Nel nostro paese gli ultimi dati disponibili evidenziano, infatti, una mortalita' dell'11,3% rispetto al 14,3% delle piu' importanti Terapie Intensive Neonatali (TIN) del mondo (dati Vermont Oxford Network) e continua a diminuire, grazie all'elevatissimo livello di assistenza raggiunto dalle nostre Tin". A dirlo e' il presidente della Societa' Italiana di Neonatologia, Fabio Mosca, il quale interviene sul caso dei neonati deceduti nei giorni scorsi agli Spedali Civili di Brescia, a causa di sepsi ed enterocolite necrotizzante, due tra le patologie piu' temibili per i neonati prematuri, mentre attendono con fiducia gli esiti delle indagini del Ministero della Salute, attualmente in corso, per decretare in modo definitivo ed ufficiale i motivi dei decessi.
"Tuttavia, la fragilita' di questi neonati e le tante variabili che, sin dalla gravidanza, ne possono condizionare la prognosi, identificano la prematurita' come una malattia grave. La sopravvivenza- aggiunge Mosca- di ogni bambino nato prematuro e' un successo che non si deve dare per scontato e le tragiche complicazioni sono possibili anche quando le cose sembrano migliorare, come e' accaduto nel caso del piccolo Marco a Brescia".
Nel mondo le complicazioni legate alla prematurita' sono la principale causa di morte dei bambini- si legge ancora nella nota diffusa dalla SIN- di eta' inferiore ai 5 anni (dati OMS) e il 40% dei circa tre milioni di decessi/anno in epoca neonatale e' dovuto ad infezioni. I neonati prematuri sono biologicamente suscettibili alle infezioni perche' l'immaturita' del loro sistema immunitario, dovuta alla precoce interruzione della gravidanza, li rende vulnerabili all'attacco di batteri e virus, anche di quelli considerati innocui per gli adulti. Piu' il neonato e' prematuro e piu' risulta esposto alle infezioni, anche per il mancato trasferimento di fattori protettivi dalla mamma al feto, in particolare immunoglobine, che si verifica soprattutto nelle ultime settimane di gestazione.
Inoltre il neonato pretermine - precisa il comunicato - ha la necessita' di procedure invasive, indispensabili per poter sopperire all'immaturita' delle sue funzioni vitali, prime fra tutte quella gastro-intestinale e quella respiratoria (cateteri intravascolari, ventilazione meccanica, drenaggi),che ne garantiscono la sopravvivenza, ma che costituiscono ulteriori inevitabili fattori di rischio per le infezioni.
La Societa' Italiana di Neonatologia esprime la sua vicinanza soprattutto ai genitori, ma anche ai medici e agli infermieri che si sono presi cura dei piccoli pazienti deceduti, perche' conosce bene il dolore profondo che si prova quando, nonostante tutte le cure messe in atto, l'evoluzione della 'malattia prematurita'' non e' favorevole.
"Quando i genitori ci affidano i loro bambini li curiamo come fossero nostri figli, garantendo loro la massima attenzione e professionalita', perche' consideriamo il benessere di ogni neonato e la sopravvivenza dei prematuri la prima ragione del nostro essere medici. Se vogliamo veramente mettere il neonato al centro del futuro dobbiamo innanzitutto mirare a ridurre le cause della prematurita' e continuare a migliorare l'assistenza con l'obiettivo di rendere questa popolazione sempre meno vulnerabile", ha concluso il presidente della Sin.
(Wel/ Dire)
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