Roma, 26 apr. - "Non siamo un Paese per bambini. E non e' una questione legata solamente alla denatalita'. Perche' tra quei pochi bambini che nascono, la percentuale di quelli vivono in condizioni di poverta', assoluta o relativa, e' in allarmante aumento. Il rapporto della Fondazione Openpolis e dell'Associazione 'Con i bambini' certifica come, in meno di 15 anni, il numero dei minori in poverta' assoluta sia triplicato: dal 3,9% del 2005 12% di oggi. I bambini e gli adolescenti in poverta' assoluta in Italia sono un milione e 200mila. Ma le poverta' materiali e quelle educative sono facce di una stessa medaglia, poiche' le famiglie con minore scolarizzazione sono quelle in cui l'incidenza del tasso di poverta' risulta maggiore: in un nucleo a basso reddito, a un bambino potrebbero servire cinque generazioni per raggiungere il reddito medio nazionale.
I figli stanno peggio dei genitori. L'ascensore sociale, che per decenni ha registrato un benessere crescente con il susseguirsi delle generazioni, si e' fermato. E il peggioramento intercetta non solo le condizioni materiali, ma soprattutto quelle educative". E' quanto sostenuto in una nota dalla senatrice del Pd Vanna Iori, che nel commentare i dati emersi dal rapporto della Fondazione Openpolis e dell'Associazione 'Con i bambini', apre una riflessione sullo stato di emergenza poverta' per i minori in Italia.
"In questo quadro e' evidente come l'accessibilita' ai servizi per minori e una scuola di qualita' diventano strumenti fondamentali per contrastare questo fenomeno drammatico che non puo' lasciarci indifferenti- prosegue la Iori- le aree del Paese, infatti, dove l'istruzione e' migliore, hanno saputo rispondere in maniera piu' efficace alla crisi. Per questo, la scuola deve essere messa nelle condizioni di diventare un reale agente di cambiamento e mobilita' sociale, in grado di fornire un'educazione inclusiva e di qualita' estesa a tutto il territorio, che garantisca opportunita' di apprendimento per tutti. I dati rilevano invece che i tassi elevati di abbandoni scolastici, la carenza di competenze e i livelli non adeguati di conoscenza, coincidono con le aree piu' povere del Paese, quelle dove maggiore e' la poverta' e minore l'accesso servizi come biblioteche, musei, attivita' sportive, servizi per la prima infanzia, fruizione digitale".
"Purtroppo, siamo invece agli ultimi posti per quanto riguarda la spesa in istruzione (l'Italia spende il 3,9% del Pil contro una media europea del 4,7 per cento); e lontani dagli obiettivi europei per cio' che concerne gli asili nido e non sembra vi sia da parte del governo nessuna intenzione di invertire questo trend che rischia di condannare il nostro paese a un futuro di grandi disuguaglianze e mancata crescita- spiega ancora nella nota Vanna Iori- Le misure messe in atte da questo esecutivo propongono tagli inaccettabili. Tagliare significa togliere opportunita'".
"Senza un progetto- conclude- di lungo periodo e risorse ad hoc, la scuola, soprattutto nelle aree di maggiore degrado e abbandono, non potra' mai diventare un laboratorio di sperimentazione didattica e sociale. Per farlo e' necessario investire e puntare sulle buone pratiche che coinvolgono scuola e comunita', quelle in cui l'alleanza educativa tra genitori e docenti diventi piu' forte. Bisogna aumentare le occasioni di incontro, migliorare gli spazi educativi, riorganizzare i servizi in un'ottica di integrazione che punti ad aumentare e diversificare l'offerta, immaginando servizi alternativi come micro-nidi, sezioni primavera, ludoteche, attivita' sportive.
Contrastare la poverta' educativa non e' solo una questione di risorse economiche. L'investimento che va portato avanti e' una politica di welfare capace di entrare nei luoghi educativi e investire sulla presenza di educatori. Piu' opportunita' offriamo ai ragazzi, maggiore e' la possibilita' di sottrarli all'emarginazione, al disagio ealla violenza e, soprattutto, farli ancora sperare nel loro futuro. Il compito piu' importante della politica e' dare un futuro al paese e senza una vera attenzione ai piu' piccoli non saremo in grado di farlo. Bisogna iniziare subito ad agire perche' il tempo e' scaduto".
(Red/ Dire)