Il rischio ereditabilita' aumenta 7 volte con un genitore depresso
Roma, 19 apr. - La depressione e' una malattia che riguarda tutti: grandi e piccini. "Viene stimata infatti nel 4% dei bambini", spiega all'agenzia Dire Claudio Mencacci, direttore DSDM-Neuroscienze ASST Fatebenfratelli-Sacco di Milano e presidente della Sinpf (Societa' italiana di neuropsicofarmacologia).
Ci sono bambini depressi fin dai primi mesi di vita e "questo- continua Mencacci- e' legato anche all'interazione madre-bambino". L'attenzione nella gestione della gravidanza risulta fondamentale perche' "l'esposizione a situazioni di violenza o di grave stress durante la gestazione puo' comportare delle conseguenze sullo sviluppo del feto prima e del bambino poi".
Nei bambini la depressione si manifesta solitamente con modalita' diverse da quelle dell'adulto. "Possono esserci delle comorbilita' o delle patologie del neurosviluppo, come l'Adhd, che si presentano in maniera piu' espressa quando il bambino inizia a frequentare le scuole primarie", aggiunge il presidente Sinpf. Da non sottovalutare poi la familiarita' e l'ereditabilita', "sempre importante da riconoscere". Dai dati risulta che se si ha un solo genitore con problemi mentali pregressi "il rischio di ereditabilita' aumenta di circa 7 volte e se si hanno entrambi i genitori le stime quasi raddoppiano.
Rispetto alla popolazione generale poi il rischio di sviluppare un disturbo bipolare risulta di 51 volte piu' alto", illustra Mencacci. Passando ai farmaci da somministrare in eta' evolutiva, Mencacci aggiunge: "Per l'Adhd, ad esempio, si possono utilizzare i farmaci maggiormente indicati come il metilfenidato. Ci sono poi alcune molecole- precisa Mencacci- autorizzate sia come antidepressivi che come antipsicotici, laddove ci troviamo di fronte a delle situazioni di psicosi infantili o di comportamenti particolarmente impulsivi e violenti". È importante, pero', oltre che la terapia clinica, "l'intervento sui genitori, sull'ambiente familiare e sul bambino- ribadisce lo psichiatra- azioni fondamentali dal punto di vista del carattere psicoterapico". Ciononostante, "non va demonizzato di principio l'uso del farmaco- conclude Mencacci- ma e' necessario che ne venga fatto un uso nel rigore scientifico piu' attento".
(Red/ Dire)