Piazzoni: Triptorelina non e' 'caramella', risparmia sofferenza
Roma, 19 apr. - "La Triptorelina non e' il farmaco che serve 'per far cambiare il sesso ai bambini', come impropriamente qualcuno lo chiama, ma un farmaco che ha lo scopo di ritardare la comparsa di caratteri sessuali secondari, in modo tale da rinviare il momento della decisione di intraprendere la transizione di genere per i ragazzi ai quali e' stata diagnosticata la disforia di genere in fase adolescenziale. La somministrazione di questo farmaco avviene sotto stretto controllo clinico e medico, solo in casi particolari accertati e dopo la valutazione di una equipe medica multidisciplinare. In merito esiste un severissimo protocollo diagnostico terapeutico. Quindi chi si mette a parlare di 'caramelle' per cambiare il sesso ai ragazzi' non sa di cosa sta parlando e, di fatto, sta giocando con la vita delle persone". È il commento rilasciato all'agenzia Dire da Gabriele Piazzoni, segretario generale di Arcigay, interpellato sul farmaco Triptorelina.
"La Triptorelina e' un farmaco che serve unicamente a risparmiare molto dolore e sofferenze agli adolescenti con disforia di genere- prosegue- persone che hanno un tasso suicidiario enorme. La disforia di genere non e' una sciocchezza, e' una condizione che esiste e su questo ci sono tantissimi studi. Oltre al Comitato nazionale di Bioetica, che e' intervenuto per correggere le illazioni su questo farmaco, si sono espresse anche moltissime societa' scientifiche".
L'invito di Piazzoni, quindi, "e' a non trasformare in un dibattito politico un dibattito scientifico e clinico, nel quale tutti gli esperti e le persone titolate a parlare, non certo il politico di turno o quello che vuole fare la battuta facile- conclude Piazzoni- si sono gia' espressi in maniera molto chiara e circostanziata".
In merito ai numeri sulla disforia di genere nel nostro Paese, assumendo in Italia una prevalenza della DG intorno allo 0,002-0,005% della popolazione, e considerando che secondo i dati Istat al primo gennaio 2017 la popolazione residente era composta da circa 2,8 milioni di ragazzi di eta' compresa tra i 10 e i 14 anni, si stima la presenza di massimo 90 ragazzi con disforia di genere in questa fascia di eta'. Di questi, si presume che solo una parte, dopo il percorso multidisciplinare, confermera' la presenza della DG, che verra' a questo punto affrontata secondo le modalita' attualmente gia' messe a disposizione del Servizio sanitario per l'eventuale riassegnazione di genere.
(Red/ Dire)