Il report in Regione: +8.000 casi in sei anni, sono quasi 30.000.
Roma, 5 apr. - Aumentano in Emilia-Romagna i giovani con disturbi mentali: 8.000 in piu' in sei anni. E' emerso durante una seduta di commissione in Regione, dove e' stato presentato il programma regionale sui percorsi di salute mentale diretti agli adolescenti. Dal 2010 al 2016 le persone con eta' compresa tra i 14 e i 25 anni ricoverati nei dipartimenti di salute mentale sono aumentati: se nel 2010, infatti, erano quasi 20.000, in soli sei anni sono saliti a 28.000. I motivi principali, e' stato spiegato in commissione, riguardano la schizofrenia e altre psicosi (31,5% dei casi), ma anche disturbi della personalita' e del comportamento (27,3%) e alcolismo e tossicomanie (12,4%). Tra le misure per affrontare la problematica, nel programma 2018-2019 "si parla di adottare in ogni dipartimento un percorso urgenza-emergenza psichiatrica, con percorsi che prevedono anche interventi domiciliari di urgenza oltre che la presenza di ambulatori per l'emergenza-urgenza, la valutazione del fabbisogno per area vasta di posti residenziali per trattamenti intensivi e l'individuazione di almeno sei comunita' educative residenziali".
In commissione Sanita' e Cultura si e' tenuto anche un focus sui bambini plusdotati, quei bambini con capacita' molto elevate che pero' per questa stessa ragione a scuola si annoiano e hanno problemi a relazionarsi con i compagni. Non e' una nicchia: pare si tratti dell'8% della popolazione. Ne hanno parlato in audizione gli esponenti della Aget (Associazione Genitori Education to Talent), l'unica in Italia che si occupa di questo tipo di casi. Il principale problema da affrontare per i bambini plusdotati e' proprio la scuola che non appaga la loro sete di sapere: qui gli studenti si annoiano "e per reagire hanno spesso reazioni estreme, che a volte non vengono diagnosticate nel modo corretto". In Italia ci sono pochi specialisti che riconoscono questi sintomi e il rischio e' quello di un abbandono scolastico precoce.
"Abbiamo grandi talenti sprecati perche' non li sappiamo riconoscere. A scuola questi bambini potrebbero essere un aggancio per i loro compagni mentre spesso vengono considerati un peso per la classe", ha spiegato la presidente di Aget. "Ad oggi la valutazione del talento viene lasciata a genitori spaesati e insegnanti magari di buona volonta' ma senza una formazione specifica".
(Red/ Dire)