"I bambini sono un ponte naturale per l'inclusione dei genitori"
Roma, 19 ott. - "Quando un sindaco utilizza contro le persone la legge e il buonsenso, combatte una sua guerra o una sua battaglia totalmente sbagliata. È un insegnamento inaccettabile da chi, per un certo tempo, deve essere il capo di una comunita' dire che esistono bambini di serie A e bambini di serie B. Creare una corsa a ostacoli per l'integrazione genera insicurezza, disagio, confusione, rancore". Cosi' Mario Marazziti, presidente della commissione Affari sociali della Camera, gia' portavoce della Comunita' di Sant'Egidio, commenta i fatti di Lodi, dove una modifica del regolamento comunale ha di fatto escluso i figli degli immigrati dalla mensa scolastica. "La reazione della popolazione (una raccolta fondi molto partecipata promossa dalla cittadinanza, ndr) e' straordinaria, mi auguro che questo nel futuro faccia pensare anche al sindaco a quanto solo fare le cose giuste nell'interesse di tutti alla fine porta consenso", prosegue il deputato parlando a margine del seminario "I bambini chiedono pace", all'interno della tre giorni "Ponti di pace" che si e' aperta oggi a Bologna, promossa dalla Comunita' per sostenere la costruzione della pace attraverso il dialogo interreligioso.
"Che vuole dire prima gli italiani? Vuol dire creare insicurezza e venderla come sicurezza", prosegue il deputato rispondendo a chi gli chiede se anche dai figli dei migranti accolti a Riace, che il governo vorrebbe espellere per decreto, venga un'analoga domanda di pace.
"Dal 2004 ho lavorato prima con Sant'Egidio poi in Parlamento a una legge sulla cittadinanza ai figli degli immigrati- spiega Marazziti- un milione di persone che parlano i nostri dialetti, fanno tifo per le nostre squadre di calcio, sono un ponte naturale per l'integrazione dei genitori, amano la scuola, hanno per compagni di vita nostri figli e quando non potranno andare in vacanza all'estero con loro saranno i nostri figli a chiedere perche'". Secondo il parlamentare, eletto nelle liste di Democrazia solidale, e' stata un'occasione persa: "L'integrazione crea sicurezza, la marginalita' e la marginalizzazione creano insicurezza". Marazziti invita ad allargare lo sguardo sull'immigrazione: "Da 10 anni l'Italia sarebbe in declino demografico, ma anche in un maggiore declino economico senza il 9-10% del contributo delle famiglie di immigrati regolari. Con queste scelte si spingono lontano anche gli immigrati regolari, le famiglie straniere che vivono qui da 10-15 anni, i cui figli studiano e lavorano in Italia. Dopo un investimento in istruzione e sanita', dove sarebbe il guadagno per gli italiani?".
Il senso delle proporzioni, ha suggerito Marazziti, puo' essere restituito dal fatto che, mentre in Italia ci preoccupiamo per poche decine di migliaia di profughi, in Bangladesh vengono oggi ospitati un milione di Rohingya, una popolazione di fede musulmana, residente principalmente al confine con il Myanmar e non riconosciuta dal governo birmano, fuggita in massa nel settembre 2017 in seguito a scontri con le forze armate.
In Bangladesh e' attiva una scuola di pace per i bambini Rohingya creata da Sant'Egidio, comunita' di ispirazione cattolica, insieme all'organizzazione islamica Mohammadiyaaid e a We The Dreamers, un'associazione locale attiva dal 2008. "È un esempio di solidarieta', i bambini sono innocenti, non ha senso fare distinzioni di religione e di cultura", ha detto questa mattina a Bologna il coordinatore Kutub Uddin Tariq, spiegando che insieme alla scolarizzazione i bambini ricevono un'educazione all'igiene e supporto sanitario, alimentare, psicologico: "Molti di loro hanno perso anche i familiari e non sanno che futuro li attenda". Come non conosceva quale futuro lo stava aspettando Sami Modiani, un bambino ebreo sopravvisuto ad Auschwitz, a cui nel 1938 fu impedito di continuare a frequentare la sua scuola italiana a Rodi. "A ottant'anni dalle leggi razziali stiamo facendo tutto quello che serve?", ha chiesto a Bologna Ruth Dureghello, presidente della comunita' ebraica di Roma. "Colpire i bambini e attraverso di loro la societa' e' facile - ha proseguito Dureghello - sono indifesi, credono nell'infinita bonta' dell'uomo".
Bisogna "insegnare ai bambini che l'umanita' e' un'unica famiglia, la religione e la cultura non devono separare", dice il cardinale Philippe Oue'draogo, arcivescovo di Ouagadougou in Burkina Faso, dove, grazie al progetto Bravo si registra la maggior parte delle nascite e si combatte il fenomeno dei "bambini invisibili", base essenziale per garantire loro ogni tutela.
Difficile e' inveceproteggere anche solo l'immaginario dei bambini e degli adolescenti in America Latina, dove, nonostante non siano in corso guerre, l'impatto della violenza e' cosi' forte che i suicidi o tentati suicidi di minori risultano molto alti, ha riferito la giornalista e scrittrice Lucia Capuzzi, mentre i narcotrafficanti esibiscono i corpi mutilati appositamente vicino alle scuole.
"I luoghi di pace sono sempre piu' necessari", ha detto Adriana Gulotta, coordinatrice delle scuole di pace di Sant'Egidio spostando l'attenzione dalle periferie del mondo a quelle delle citta' italiane, dove le scuole hanno l'obiettivo di offrire ai ragazzi un'esperienza quotidiana di convivenza e pace. "Una sorta di controcultura - sintetizza Gulotta - per contrastare la tendenza dominante e innescare un mutamento antropologico, basato sull'idea che l'altro non e' il nemico da allontanare, per sperimentare la solidarieta' verso chi e' piu' debole, riconoscerne i sentimenti e il vissuto di violenza, guerra, emarginazione, per opporsi alla legge del 'prima gli italiani'". (Dires - Redattore Sociale) (Wel/ Dire)