Ddl Pillon, Ops: Grave disinformazione movimenti donne
Della Corte (Vicepresidente): Sedersi intorno al tavolo, non sparare a zero
Roma, 5 ott. - "È grave questa disinformazione sui contenuti del disegno di legge Pillon da parte dei movimenti femminili e delle donne che hanno subito violenza". A lanciare una freccia in favore della proposta di riforma sull'affido condiviso e' l'avvocato matrimonialista Mariarosaria Della Corte, specializzata in diritto di famiglia, minorile, delle successioni e Stalking, e vicepresidente dell'Osservatorio sulla famiglia, le politiche sociali e la sicurezza (OPS).
"Le donne che hanno subito violenza sono un dato reale ma non sara' certo la riforma Pillon ad aggravare la loro situazione.
Continueranno ad avere il dritto all'assegno, se ne hanno diritto, e se realmente ci sono violenze e abusi non saranno certo due o tre incontri di mediazione familiare a creare l'impossibilita' di denunciare. Le tutele per i figli ci sono- chiarisce l'avvocato- cosi' come ci sono i gradi di giudizio che stabiliranno chi ha la colpa". È un testo, secondo Della Corte, "che contiene una molteplicita' di sfaccettature. Viene definita una piccola riforma del diritto di famiglia. Rappresenta un cambio di passo, certamente perfettibile, invocato da oltre 10 anni da tutti i genitori e gli avvocati, da quando si era constatato il fallimento della legge Paniz del 2006. Sediamoci intorno a un tavolo e non spariamo a zero. Ad oggi- spiega Della Corte- la giustizia del diritto di famiglia non funziona e la societa' in continua evoluzione mostra le sue crepe". Di fatto il Ddl Pillon mette nero su bianco "quanto viene gia' fatto dai Tribunali con le sezioni specializzate per la famiglia. I tribunali di Roma e Milano stanno gia' adottando il criterio della parita' dei tempi tra i genitori, e i minori riescono a stare con i genitori dai 12 ai 14 giorni al mese se ne sussistono le condizioni. Il giudice- continua il vicepresidente di OPS- ha qui il potere di indagare la singola fattispecie per tutelare il diritto del minore ad avere entrambi i genitori: se le abitazioni sono vicine e se l'eta' del bambino consente di stare con mamma e papa'. Se questo principio viene strumentalizzato dalle madri o dai padri, si finisce per privilegiare gli interessi dei genitori sui figli e questa e' una distorsione della riforma". Il polverone si e' sollevato sulla mediazione familiare. "Se dovesse passare credo che sarebbe modificata- precisa Della Corte- e in ogni caso i coniugi non sono costretti a stare per mesi uno di fronte l'altra, al massimo solo per due o tre incontri. Il Ddl, inoltre, prevede che entrambi i coniugi possano interrompere in ogni momento questi incontri, la costrizione non sussiste nel fare per mesi la mediazione. Di obbligatorio c'e' solo il rivolgersi a un mediatore prima di adire le vie giudiziarie". Passando al piano genitoriale, "non sparisce l'assegno di mantenimento per i figli ma viene dato in forma diretta. Ognuno dei due genitori paghera' per capitoli di spesa le spese relative ai figli anche in misura proporzionale se i loro redditi sono differenti. Quello che si e' letto su tutti i giornali che 'le donne che non lavorano rimarranno senza soldi' non riguarda la riforma Pillon. Se le donne non hanno un lavoro e hanno una condizione di debolezza economica potranno sempre continuare a chiedere l'assegno di mantenimento, l'assegno divorzile, che non si tocca. Si parla solo di mantenimento in forma diretta dei figli", chiarisce l'avvocato matrimonialista. L'aspetto a cui, unvece, la vicepresidente di OPS darebbe maggiore importanza e' "la riforma del coordinatore genitoriale o parentale. Una figura delicata ma indispensabile perche' e' a tutela dell'effettivita' dei buoni decreti e delle buone sentenze. Il coordinatore genitoriale sara' una figura di orientamento psicologico che dovra' avere una specializzazione e dovra' vedere realizzato un albo. I l suo compito consistera' nello stare all'interno della famiglia per fare cio' che i servizi sociali e i tutori non fanno: occuparsi che la sentenza venga resa effettiva, che il minore vada realmente dal papa' anche se non vuole perche' c'e', ad esempio, ostruzionismo della mamma o viceversa. Senza questa figura l'effettivita' di molti decreti e sentenze rimarrebbero lettera morta". Il coordinatore genitoriale non e' una figura nuova. "Ci sono tante sentenze del tribunale di Civitavecchia del 2015 e del tribunale di Roma nel 2017-2018 che, a seguito di una consulenza psicologica ordinata dal giudice, hanno nominato il coordinatore genitoriale per gestire delle separazioni molto conflittuali con questioni di atteggiamento ostativo di un genitore verso l'altro, o di genitori messi nell'impossibilita' da fare i genitori, di figli privati della figura di uno dei due genitori. Anche in presenza di una buona sentenza- afferma Della Corte- occorre una figura che rimanga all'interno della famiglia. Finora il monitoraggio era affidato ai servizi sociali, ma purtroppo sono cosi' pochi e tali da non poter essere effettivamente nella famiglia. Esiste pure una sentenza di Buffone del Tribunale di Milano del 2017- conclude l'avvocato matrimonialista- che ha nominato un coordinatore genitoriale quale arbitro per mettere in atto tutte le conclusioni del Ctu (consulente tecnico d'ufficio), poi tradotte dal giudice nella sentenza".
(Wel/ Dire)
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