"In centinaia ingabbiati in 'poliambulatori di regime'".
Roma, 23 nov. - "La Regione Veneto vuole smantellare la Pediatria di Famiglia, cosi' sembra almeno, guardando il Piano socio-sanitario 2019/2023. Ne parla al Corriere della Sera, edizione locale del Veneto (15 novembre), il presidente della commissione Sanita', Fabrizio Boron, affermando che da gennaio prossimo verra' cancellato il rapporto di fiducia, asse portante della Pediatria di Famiglia, proprio mentre ci accingiamo a festeggiare i 40 anni dall'istituzione del Servizio Sanitario Nazionale". Lo afferma la Federazione CIPe-SISPe-SINSPe, commentando quanto sancito dal piano sociosanitario 2019/2023 della Regione Veneto.
"Nel 1978 si parlo' di cambiamento epocale, nell'abbandonare il sistema delle mutue per inaugurare un'assistenza sanitaria universalistica, uguale per tutti e soprattutto garantita a tutti. Ora, come una valanga di fango- proseguono i pediatri- senza la condivisione dei medici, la quinta commissione Sanita' approvando il Piano sociosanitario 2019/2023 ha deciso di seppellire tutto e inaugurare un fantasioso sistema nel quale centinaia di pediatri verranno ingabbiati, d'ufficio, in 'Poliambulatori di Regime', nei quali, a testa bassa, dovranno visitare pazienti che non conoscono, a orario fisso, dal lunedi' alla domenica, sette giorni su sette, pre-festivi e festivi compresi, in barba a quel rapporto di fiducia che le famiglie hanno sempre dimostrato di apprezzare e che e' stato costruito con tanta professionalita' e spirito di sacrificio da tutti noi". Tutto questo "ovviamente mandera' a monte il lavoro di prevenzione che quotidianamente viene fatto- sottolinea Gullotta- grazie anche alla reciproca stima medico/paziente, coltivata in anni di colloqui, consigli e counselling familiare, a vantaggio di una presunta maggior efficienza determinata (erroneamente) dalla continuita' dell'assistenza, la quantita' a scapito della qualita'".
L'autonomia delle regioni, sancita nel lontano 2001 con "la disastrosa riforma del titolo V, non prevede che ogni regione si faccia un proprio sistema sanitario. Lo dice la Costituzione che nell'art.117 sancisce la competenza dello Stato nel diritto alla Salute dei cittadini e nel rispetto dei livelli essenziali di assistenza (LEA). Al di la' delle perplessita' di natura prettamente sanitaria, un cambiamento quale quello prospettato dalla Regione Veneto, mai concordato peraltro con le Organizzazioni Sindacali, riduce inevitabilmente l'efficacia giuridica sia dell'ACN (Accordo Collettivo nazionale) che dell'AIR (Accordo Integrativo Regionale ) che per la regione Veneto diventano d'imperio 'carta straccia'" "Cui Prodest?", si chiede la Federazione CIPe-SISPe-SINSPe.
"Sicuramente non alla salute dei piccoli pazienti e alle loro famiglie. In attesa di sapere come e con quali motivazioni giuridiche rispondera' la SISAC, organo nazionale preposto ai contratti della Pediatria di famiglia, in rappresentanza di tutte le regioni d'Italia, al cui interno anche la Regione Veneto e' ovviamente presente- sottolineano i pediatri- la Federazione e' pronta ad affrontare qualsiasi forma di protesta a garanzia della dignita' lavorativa dei colleghi veneti; e chiede, con urgenza alle altre sigle sindacali firmatarie, un incontro per formare una intersindacale e potere organizzare insieme tutte le forme di protesta e a tutti i livelli, fino, se necessario, allo sciopero nazionale".
La CIPe-SISPe-SINSPe conclude: "Proprio la Regione Veneto innesco' il meccanismo della revoca dell'obbligo vaccinale, copiata rapidamente dalle altre Regioni e dallo Stato. Una scelta infausta che ha prodotto i disastrosi cali vaccinali sulla pelle dei bambini, che ha poi portato al decreto Lorenzin. Non vorremmo ritrovarci in poco tempo tutti dipendenti d'ufficio. Noi non staremo a guardare, ne' tantomeno a subire scelte pericolosissime fatte da altri".
(Wel/ Dire)