Roma, accordo per procedure piu' snelle accoglienza Mna
Siglato protocollo tra dipartimento Comune, Questura e Polizia Locale
Roma, 9 nov. - Procedure piu' snelle, lineari e, si spera, piu' efficaci per quel che riguarda l'accoglienza dei minori non accompagnati sul territorio della Capitale. E' questo l'obiettivo del protocollo d'intesa siglato dal dipartimento Politiche sociali di Roma Capitale, la Questura e il corpo di Polizia locale.
L'intesa mira a gestire tutte le fasi dell'accoglienza dei minori non accompagnati, in particolare quelli stranieri, che nel 2018 sarebbero inoltre diminuiti della meta' rispetto allo scorso anno. Compiti ben definiti, quindi, per tutte le parti coinvolte dall'accordo. Alla Questura il compito di identificare e accompagnare insieme alla Polizia locale i minori nei centri di primissima accoglienza, dove resteranno il tempo necessario prima del trasferimento nei centri di pronta accoglienza.
Precedentemente, lo psicologo, insieme ad altre figure qualificate terranno un colloquio, sotto la supervisione del dipartimento, per tracciare un profilo del minore e verificarne l'eta' reale. Qualora al termine del colloquio sopraggiungano dubbi sull'eta' il dipartimento invia alla Procura la richiesta di sottoporre il presunto minore agli accertamenti socio-sanitari. Novita' dell'intera procedura e' la figura del tutore volontario che sara' a tutti gli effetti - sebbene non sia l'affidatario - la figura di riferimento del minore.
A formare il tutore sono il dipartimento Politiche sociali e il Garante dell'Infanzia e dell'Adolescenza della Regione Lazio. Infine, a monitorare il funzionalmento del protocollo stesso sara' istituito un Tavolo di lavoro che sara' costituito da un rappresentante per ogni parte firmataria.
"Il provvedimento non riguardera' solo i minori non accompagnati ma anche quelli italiani in stata o di abbandono, il riferimento piu' immediato- ha spiegato la direttrice del Dipartimento, Raffaella Modafferi, durante l'audizione in commissione Politiche sociali- va ovviamente ai rom, che sono inoltre quelli piu' portati alla scappare dalle case accoglienza".
(Wel/ Dire)
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