Sima: Addestrare figure mediche ad occuparsene in modo specifico
Roma, 2 nov. - In Italia non e' prevista una formazione adolescentologica precisa e specifica. La medicina dell'adolescenza e' un'affiliazione della pediatria, ma in realta' i progressi medici degli ultimi anni hanno fatto emergere una serie di malattie d'insorgenza pediatrica che hanno aumentato il tasso di sopravvivenza e di successo terapeutico. Ci sono bambini, che diventano adolescenti e poi adulti, con patologie che al medico dell'adulto sono sconosciute. A porre l'attenzione su questo gap formativo e' Armando Grossi, membro del comitato direttivo della Sima.
"L'assistenza a un cardiopatico congenito sottoposto a interventi di cardiochirurgia complessi- spiega l'endocrinologo- e' un qualcosa che nel follow-up il cardiologo e il cardiochirurgo dell'adulto non hanno lo strumento adatto per poterlo seguire. I soggetti che hanno avuto una neoplasia ad esordio pediatrico e adesso, per gli ottimi successi terapeutici legati ai progressi dell'oncologia, diventano degli adulti - potenzialmente dei padri e delle madri di famiglia con tutto quello che possa voler dire in termini di sequele a lungo termine delle terapie effettuate per la cura delle precedenti neoplasie - sono dei soggetti che qualcuno deve prendere in carico, qualcuno deve prendere in cura. Questo qualcuno non e' detto che riesca ad essere l'oncologo dell'adulto o l'internista- puntualizza il medico- i quali sono impegnati, visto l'invecchiamento della popolazione, a gestire altre situazioni".
Grossi punta sulla "necessita' di addestrare delle figure professionali, mediche, che potrebbero anche venire dal mondo dell'adulto, a occuparsi in maniera piu' specifica di questo tipo di situazioni. Il mondo dell'adolescenza, aldila' di quello che puo' essere il significato sociale e culturale della parola adolescenza in senso stretto, e' una sfida legata alla possibilita' di cronicizzazione di alcune situazione di patologia- conbclude- che prima non venivano cronicizzate" (Wel/ Dire)