Roma, 30 mar. - "In questo mese di marzo ricorrono il settimo anno di guerra in Siria e il terzo anno di guerra in Yemen. Sembriamo ciechi di fronte al fatto che il mondo in futuro sara' abitato da gente che avra' vissuto in prima persona- attualmente 1 bambino su 5 vive in paesi in conflitto in Medio Oriente e in nord Africa- un sistema internazionale che non ha protetto i suoi membri piu' vulnerabili, consentendo a tutti coloro che attaccano i bambini di continuare a farlo. Sette anni fa, all'inizio di una guerra che sta ancora infuriando, due bambini sono stati uccisi in Siria, dando inizio a un'ondata di proteste. Quattro anni dopo, un'altra violenta guerra e' esplosa in Yemen. Nel 2014, si pensava di scuotere la coscienza del mondo quando 1 milione di bambini siriani sono diventati rifugiati.
Oggi, sono 2,5 milioni. In Yemen, muore 1 bambino ogni 10 minuti a causa di malattie prevenibili. I progressi raggiunti sono stati drammaticamente perduti a causa di epidemie di polio, colera e difterite. Nel 2016, abbiamo dichiarato che le sofferenze dei bambini della Siria e dello Yemen avevano raggiunto un livello elevatissimo e che non sarebbe potuto andare peggio. Ma il 2017 si concluso in modo molto peggiore, con l'accertamento di oltre 2.000 bambini uccisi o mutilati a vita. Il numero reale potrebbe essere molto piu' alto. Le immagini di questo conflitto sono ovunque. Alcune sono diventate virali: Aylan, il bambino di 3 anni annegato mentre era alla ricerca di un posto sicuro, il cui corpo riverso e' stato ritrovato su una spiaggia; Omran, di 5 anni, sconvolto su un'ambulanza con la faccia piena di polvere della sua casa bombardata ad Aleppo; Buthania, bambina dello Yemen con un grosso ematoma in faccia. Le guerre in Siria e in Yemen hanno accelerato questa perdita di coscienza comune". Cosi' in un comunicato Geert Cappelaere, Direttore regionale Unicef per Medio Oriente e Nord Africa.
"Oggi, la mancanza di indignazione pubblica su larga scala quando i bambini vengono attaccati e quando e' impossibile affermare di non conoscere cio' che sta accadendo, e' un indicatore desolante. La mancanza di un'azione politica efficace, ancor peggiore. Nel 1989 il mondo adottava all'unanimita' la Convenzione Internazionale sui Diritti dell'Infanzia e dell'Adolescenza. Dove e' andata a finire quella direzione politica? Gli ultimi sette anni passeranno alla storia come una 'guerra ai bambini' senza precedenti. Una corsa feroce fino al punto piu' basso dell'orrore, dell'uccisione, della brutalita'. Le guerre in Siria e in Yemen sono solo esempi in cui i principi di base di protezione dei bambini vengono superati ogni singolo minuto di ogni singolo giorno. Ci sono molti altri conflitti o situazioni di violenza estrema in tutto il mondo, ma con le stesse o simili crudelta' commesse sui bambini. I responsabili diretti di questa guerra ai bambini, coloro che indirettamente sostengono i conflitti e la violenza estrema, coloro che tollerano o sostengono, stanno mettendo da parte valori e leggi che vincolano la nostra umanita' comune: regole e principi dei diritti umani internazionali e del diritto umanitario che proteggono i bambini in ogni circostanza; obblighi che gli Stati si sono impegnati a rispettare decenni fa. Nel mondo di oggi, queste leggi, questi principi, e con essi i nostri valori umani, sono piu' importanti che mai. La protezione dei bambini in ogni circostanza non e' negoziabile. La guerra ai bambini, la guerra all'umanita', non e' un'opzione! L'Unicef e la comunita' per la protezione dell'infanzia continueranno a far sentire la voce dei bambini e a battersi instancabilmente per il rispetto del sacro principio della protezione dell'infanzia. In assenza di una leadership politica, cos'altro c'e' che ognuno di noi puo' e deve fare? I nostri sforzi da soli non fermeranno mai la guerra ai bambini", conclude Cappelaere.
(Red/ Dire)