Roma, 23 mar. - Le piogge monsoniche combinate con il sovraffollamento e gli scarsi servizi nei campi rifugiati del sud del Bangladesh rendono concreto il rischio di diffusione di malattie letali nel campo di Cox's Bazar. Le Nazioni Unite chiedono 950 milioni di dollari per far fronte ai bisogni dei rifugiati rohingya e delle comunita' ospitanti. Con l'avvicinarsi della stagione dei monsoni, nei campi di Cox's Bazar che ospitano i rifugiati rohingya il rischio di una nuova e devastante crisi sanitaria e' altissimo. A denunciarlo in un comunicato e' Save the Children, l'Organizzazione internazionale che dal 1919 lotta per salvare la vita dei bambini e garantire loro un futuro, in occasione del lancio di un Piano congiunto di risposta alla crisi con il quale le Nazioni Unite e alcune organizzazioni non governative internazionali chiedono risorse per far fronte ai bisogni dei rifugiati rohingya e della comunita' bengalese ospitante.
"Un quarto delle toilette e la meta' dei pozzi all'interno dei campi verranno danneggiati dalle piogge monsoniche. La combinazione di rifiuti umani straripanti e acque alluvionali e' la ricetta per un disastro. Abbiamo gia' avuto epidemie di morbillo e difterite e ora, con un sovraffollamento estremo, allarmanti livelli di malnutrizione tra i bambini sotto i cinque anni e il monsone alle porte, ci aspettiamo un'altra emergenza sanitaria", ha dichiarato Myryam Burger, specialista per la salute di Save the Children a Cox's Bazar.
(Red/ Dire)