Roma, 23 mar. - "In Lombardia, poco piu' di 130mila bambini e adolescenti vivono in famiglie povere. La Calabria si conferma la regione con il piu' alto tasso di poverta' minorile, dove quasi un bambino su due (il 47 %) vive sotto la soglia della poverta' relativa". E' questo il dato che maggiormente preoccupa i Garanti per l'Infanzia e l'Adolescenza delle Regioni Lombardia e Calabria, Massimo Pagani e Antonio Marziale, che nei giorni scorsi si sono incontrati a Milano, al Pirellone sede del Consiglio Regionale della Lombardia, per fare il punto sulle emergenze piu' preoccupanti e confrontarsi su due esperienze.
"Purtroppo - affermano Pagani e Marziale - emerge come alcune problematiche fra nord e sud del Paese comincino drammaticamente a convergere verso il negativo. Ad una Calabria, atavicamente povera, corrisponde una Lombardia in ascesa in quanto a poverta' minorile ed e' con queste premesse che deve essere affrontato il tema della poverta' educativa minorile, che non e' solo poverta' economica, ma impossibilita' di accesso a beni, servizi e opportunita' necessari alla crescita. La poverta' educativa minorile rappresenta, oggettivamente, uno dei problemi piu' gravi del nostro Paese, non solo di Lombardia e Calabria".
"Sempre piu' spesso - continuano i due Garanti - veniamo interpellati da genitori allo stremo delle forze, che domandano accesso a beni e servizi fondamentali, ma inaccessibili per mancanza di possibilita' economiche ed il nostro ruolo ci impedisce di essere risolutivi, nonostante noi ci si prodighi ad interpellare a nostra volta quanti sono preposti ad azioni di governo locale e centrale, talvolta senza ricevere nemmeno uno straccio di risposta".
"Non e' possibile continuare a parlare di diritti dei minori se alla base non esistono politiche per la famiglia, primario ed insostituibile organo di garanzia per i bambini e gli adolescenti - aggiungono Pagani e Marziale - agiamo nella convinzione quotidiana di eseguire un meccanismo simile al gioco del cane che si morde la coda, nell'impotenza piu' acclarata di fornire risposte adeguate, altresi' consapevoli del fatto che la poverta' educativa sia un fattore che condiziona negativamente le complessive prospettive di sviluppo, impedendo la crescita dell'intero Paese".
"La poverta' minorile deve diventare Ragion di Stato, perche' e' perfettamente inutile immaginare azioni affidate al buon cuore del volontariato e con scarse risorse economiche, utili solo ad arginare un fenomeno che si autoalimenta, nel senso che la poverta' economica e` spesso causata dalla poverta' educativa e viceversa. Non considerare prioritaria questa piaga - concludono i due Garanti - significa negare di fatto a troppi bambini ed adolescenti i diritti fondamentali, e c'e' poco da vantarsi di avere siglato e ratificato la Convenzione universale sui diritti del fanciullo dell'Onu, suona come una presa in giro, anzi lo e'".
(Red/ Dire)