Psicoterapeuta: E non confondere trasformazione con trasformismo
Roma, 18 mag. - "La protezione della famiglia deve passare per una riflessione sulla costituzione delle nuove forme di famiglie. Deve aprirsi un confronto che tanga conto di tutti i cambiamenti che si sono verificati nella societa' e che richiedono riflessioni psichiche ed etiche. Stiamo assistendo a degli scenari che sono lontanissimi da quelli su cui abbiamo fatto le nostre riflessioni come psicologi". Cosi' Magda Di Renzo, psicoterapeuta dell'eta' evolutiva e responsabile del servizio Terapie dell'Istituto di Ortofonologia (IdO) di Roma, intervenendo alla conferenza stampa sulle 'Politiche per la famiglia nel nuovo Governo', nei giorni scorsi in Senato per celebrare la giornata internazionale della famiglia.
"Il linguaggio politicamente corretto, inneggiando all'omologazione della diversita', rischia di non permettere il dialogo e non ha aperto ad adeguate riflessioni psichiche ed etiche sui nuovi modelli di famiglia. Abbiamo superato i confini degli aspetti naturali e su questo e' mancata una riflessione.
Come professionista della psiche- continua Di Renzo- credo che dobbiamo considerare gli aspetti collettivi, perche' la protezione della famiglia deve passare per la protezione dei bambini e per tutte quelle cose che sono buone per loro".
La psicoterapeuta si sofferma poi sull'espressione 'Utero in affitto'. "Perche' abbiamo bisogno di utilizzare parole piu' leggere come 'Gestazione per altri'? E' una sorta di mediazione per non usare parole piu forti? Cambiando le parole il contenuto non cambia. Tutto quello che abbiamo imparato fino ad oggi sullo sviluppo non ci aiuta a comprendere i nuovi modelli familiari.
Con molta umilta' dobbiamo almeno pensare di stabilire un'euristica della paura per aprirci a nuove riflessioni. Non mi sento di dire che alcune nuove forme di famiglia non andranno bene, perche' dovremo studiarle e monitorarle nel tempo. Sono certa, pero', che non si possa dire che andra' sicuramente tutto bene. Nessuno si chiede, ad esempio- ricorda Di Renzo- cosa succedera' a un bambino strappato dalla madre. Tutte le teorie ci hanno dimostrato che esiste una sintonia durante la gravidanza e occorre capire tale strappo che conseguenze avra' sui bambini.
Cio' che e' grave e' la mancanza di domande".
Passando alle cure ormonali fatte per anni e a donne sfinite che, dopo tutto questo affaticamento, riescono ad avere un bambino, la psicoterapeuta dell'eta' evolutiva aggiunge: "Spesso quando il figlio arriva le trova impreparate. Riflettiamo sui bambini che nascono da genitori stanchi. Tanti minori si confidano perche' si vergognano dei loro genitori vecchi o perche' manca con loro il confronto. Dobbiamo riflettere su cosa accadra' a bambini che si trovano con madri che non sono le stesse che li hanno tenuti in gestazione- prosegue Di renzo- dobbiamo domandarci cosa accadra' a bambini che non hanno potuto contrastare le figure genitoriali, o a bambini che si confrontano con genitori che sono dell'eta' dei nonni. Devono esserci modelli di responsabilita' collettiva- afferma la psicoterapeuta- altrimenti rischiamo il paradosso di eliminare la festa della mamma e del papa', come se eliminandola si negasse il principio che i bambini siano generati da una madre e da un padre".
A questo punto la responsabile del servizio terapie dell'IdO si chiede: "Come mai per il dramma dei bambini orfani non e' stato affrontato il tema della festa della mamma e del papa'? In passato ci siamo impegnati molto con i docenti per lavorare sulla perdita in riferimento a questo festa, cosi' da aiutare i bambini orfani e trasformarla in un momento di crescita. La trasformazione- conclude Di Renzo- implica passaggi a volte dolorosi ma non va confusa con il trasformismo".
(Gas/ Dire)