(DIRE/REDATTORE SOCIALE - Notiziario settimanale Minori e Pediatria) Roma, 18 mag. - Amministratori locali, forze dell'ordine, insegnanti, medici di medicina generale, pediatri, operatori dei servizi socio-sanitari, dell'associazionismo, degli esercenti, rappresentanti religiosi e, non ultimi, gli organi di informazione: tutti chiamati a raccolta nella lotta contro la dipendenza da gioco d'azzardo patologico (Gap), nuove tecnologie e social network.
E' l'iniziativa messa in campo dal Dipartimento per le dipendenze patologiche dell'Area Vasta 4 di Fermo che per il prossimo 22 maggio ha promosso un evento pubblico per presentare il Programma territoriale che si propone di realizzare nel corso del 2018 per contrastare, prevenire e ridurre il rischio da Gap e nuove dipendenze. "Perche' le dipendenze stanno cambiando- hanno ribadito gli operatori presentando l'iniziativa alla stampa- e per offrire una risposta adeguata e' essenziale cambiare anche il metodo d'approccio". "Per il gioco d'azzardo- spiega il direttore dell'Area Vasta 4, Licio Livini- ormai registriamo un allarme rosso, con la gestione di numeri preoccupanti. I dati nazionali parlano di un aumento dei giocatori e di un giro di denaro sempre piu' importante. Le statistiche locali rispecchiano quelle del Paese, e, anzi, in qualche caso registrano dati superiori. Con i nostri servizi, insieme alle associazioni e ai gruppi di mutuo aiuto, cerchiamo di contenere il fenomeno anche perche' il Gap diventa un problema di salute pubblica che coinvolge non solo il soggetto ma anche la sua famiglia, la comunita' e le istituzioni. E quando il problema si allarga 'a rete', deve necessariamente essere 'una rete' a dare le risposte".
"Il nostro obbligo- prosegue il direttore- e' quello di mettere in piedi un sistema di risposte che ci veda coinvolti tutti, per questo siamo chiamati a organizzare reti di prevenzione e sensibilizzazione che promuovano stili di vita salutari". Un compito complesso che deve fare i conti anche "con 'spinte istituzionali' diverse e in contrasto tra loro- sottolinea il direttore- che, da una parte ci chiedono di prevenire e dall'altra mostrano interesse a mantenere in piedi un certo tipo di attivita'".
"Affinche' il Dipartimento possa sperare di operare con efficacia e' importante che alle risorse economiche e umane finora investite stabilmente dalla Regione e dall'Area vasta - spiega Gianna Sacchini, direttore del Dipartimento per le dipendenze- si aggiunga una piu' robusta cooperazione e partecipazione attiva ai progetti da parte delle istituzioni e delle organizzazioni del territorio. La conoscenza, la condivisione e la diretta collaborazione di ciascuno, per quanto di pertinenza, potra' funzionare da moltiplicatore di risultati. In questo senso- sottolinea Sacchini lanciando un appello agli organi di informazione- la stampa svolge un ruolo importante e una collaborazione su questi temi non potra' che garantire una maggiore efficacia dei nostri servizi". "Chi soffre di disturbo da Gioco d'azzardo- hanno spiegato gli operatori- e' incapace di resistere al desiderio di scommettere e cimentarsi in giochi nei quali vi sia la possibilita' teorica di guadagnare molto, affrontando un rischio relativamente modesto o comunque accettabile in relazione alla singola perdita. Questa seppur remota probabilita' di vincita piu' o meno consistente sollecita le aeree cerebrali coinvolte nel sistema della ricompensa in modo del tutto analogo a quanto farebbe l'abuso alcolico o di sostanze psicotrope, procurando esaltazione e piacere nell'immediato".
Il giocatore "e' indotto a ricercare nuovamente e sempre piu' spesso la medesima sensazione, con un meccanismo che ben presto determina dipendenza. A tutti gli effetti quindi si riconosce al Gap lo status di dipendenza e si richiede agli operatori di applicare gli strumenti preventivi e terapeutici propri dei programmi per le dipendenze da sostanze".
"E' corretto ricordare- sottolinea Gianna Sacchini- che non tutte le persone che giocano sviluppano una dipendenza. I problemi nascono quando l'aspetto ludico diventa secondario rispetto all'impulso di giocare, al bisogno incontenibile di rischiare, di continuare a tentare di vincere anche a fronte di perdite cospicue e di devastanti compromissioni della situazione lavorativa, familiare e sociale". "Anche per questo- anticipa il Coordinatore dell'Ats 19, Alessandro Ranieri- saranno coinvolti nel Programma le associazioni anti-usura e gli operatori che possano garantire assistenza dal punto di vista economico e finanziario: figure che possano offrire consulenza e supporto tecnico per seguire il percorso delle famiglie che faticosamente cercano di risollevarsi". Sia a livello nazionale che regionale, i volumi di gioco e il numero delle persone in trattamento presso i Servizi territoriali per le dipendenze patologiche sono stati, negli ultimi anni, in costante aumento. In base ai dati diffusi, nella Regione Marche sono state 429 le persone in trattamento nel 2016, in aumento nei tre anni precedenti con 326 soggetti nel 2013, 406 nel 2014 e 418 nel 2015. Il Programma vuole informare gli operatori e i portatori di interesse, educare e sensibilizzare gli studenti degli istituti secondari di I e II grado, i docenti, i genitori e i soggetti non piu' in eta' lavorativa. Potenziare nei soggetti in eta' evolutiva le competenze personali, intercettare precocemente il bisogno attraverso servizi di aggancio e di "educativa di strada" in luoghi informali (piazze, centri aggregazione, oratori, zone prossime alle sale giochi) rivolti alle fasce a rischio, offrire consulenza e ascolto anche di tipo legale e commerciale. Il piano intende inoltre potenziare e qualificare anche la presa in carico e i processi di cura e di riabilitazione attraverso trattamenti multidisciplinari a favore dei giocatori e dei loro familiari, interventi di tipo riabilitativo e di reinserimento nel tessuto relazionale e lavorativo, trattamenti residenziali e semiresidenziali flessibili.
(rED/ Dire)