"Non e' una malattia banale e puo' avere anche conseguenze gravi"
Roma, 11 mag. - "E' necessario modificare la strategia adottata dall'Italia contro l'influenza stagionale. Come prima cosa, i bambini sani nella fascia di eta' dai sei mesi a sei anni, devono essere considerati come una categoria a rischio che ha bisogno della vaccinazione". È la proposta avanzata dalla Federazione italiana medici pediatri (Fimp) alle istituzioni sanitarie e politiche del nostro Paese. Secondo i dati ufficiali definitivi, il picco epidemico dell'ultima influenza stagionale e' stato il piu' elevato degli ultimi 15 anni. In totale ha causato 160 morti, di cui 2 donne in gravidanza, e 744 casi gravi.
"L'influenza continua a essere considerata come una malattia banale ma in realta' puo' essere molto pericolosa e causare complicanze anche gravi- dice il dottor Paolo Biasci, presidente nazionale Fimp- Inoltre, un bimbo con meno di 5 anni corre 10 volte di piu' il rischio di ammalarsi rispetto ad un anziano. Se non viene immunizzato puo' trasformarsi in un 'untore' e diffondere il virus tra l'intera popolazione. Quindi bisogna cambiare il piano vaccinale italiano ed estenderlo ai giovanissimi se vogliamo ridurre i contagi e anche il numero dei decessi. È una strategia vincente che e' gia' stata sperimentata con successo in altri Paesi".
Da oltre 10 anni la Fimp sostiene la necessita' di coinvolgere i bambini in eta' pre-scolare nelle vaccinazioni anti-influenzali. "I numeri relativi all'ultima stagione- aggiunge il dottor Giorgio Conforti, referente nazionale Fimp per le vaccinazioni- confermano purtroppo come le nostre convinzioni siano fondate.
Non possiamo poi dimenticare che viviamo in un periodo storico molto particolare dove i vaccini sono vittime di una sempre crescente e ingiustificata disaffezione. Proprio per questi motivi proponiamo un cambiamento radicale delle vaccinazioni antinfluenzali che deve essere valido per l'intero territorio nazionale".
Conclude infine il dottor Giovanni Vitali Rosati, referente vaccini Fimp per la Toscana: "Estendere ai giovanissimi la vaccinazione e' un obiettivo ambizioso, ma non piu' rinviabile - conclude. Come pediatri di famiglia possiamo svolgere un ruolo importantissimo per favorire le vaccinazioni e per eseguirle direttamente nei nostri studi senza liste di attesa. A differenza di altri operatori sanitari, infatti, siamo in contatto diretto con i nostri assistiti per cui informare in modo adeguato i genitori sui rischi per la salute determinati dall'influenza puo' rappresentare il primo passo per favorire le immunizzazione dell'intero nucleo familiare".
(Wel/ Dire)