Roma, 4 mag. - "Il suicidio e' la seconda causa di morte tra i giovani. Sono mediamente 500 i decessi per suicidio tra gli adolescenti in Italia e sono i genitori, anche se non hanno la preparazione specialistica per monitorare i segnali di disagio, a dover cogliere i cambiamenti repentini del comportamento dei figli.
Compito difficilissimo, aggravato dalla complessita' della societa' contemporanea". E' quanto dichiara il garante per l'Infanzia e l'adolescenza della Regione Calabria Antonio Marziale, nell'apprendere della morte di una dodicenne catanzarese che, stando ai riscontri, nei giorni scorsi si e' lanciata dal balcone di casa.
"Il suicidio - spiega Marziale - e' l'epilogo di un percorso di sofferenza insopportabile che attraversa la vita dell'individuo. Tutte le persone preposte alla tutela del minore dovrebbero essere preparate, sia pur sommariamente, a cogliere i segnali di allarme, a riconoscere i segni di crisi, che per lo piu' constano di insonnia, distacco dalle cose un tempo care, pensieri e frasi frequenti sulla morte, calo di rendimento scolastico, abuso di sostanze psicotrope o alcoliche, sesso non protetto, sport estremi e noncuranza della propria incolumita'". "Un ruolo chiave e' quello dei social network - aggiunge il garante - che spesso veicolano campanelli di allarme, affogati nel mare magnum di facezie, discussioni, insulti ed altre dinamiche, capaci di sporcare la valenza di mezzi che potrebbero, invece, aiutare chi si trova in difficolta'. Nessun suicidio nasce dal nulla, c'e' sempre di base un percorso in qualche modo manifestato, talvolta addirittura alimentato proprio dal web dove esistono pagine, ammantate di scientismo, che forniscono informazioni su come suicidarsi meglio".
"É importante dare informazioni di base alle famiglie. Per questo continuo a pensare che tra queste ultime e la scuola, in quanto complementari ed imprescindibili - conclude Marziale - debba rinascere un patto fondato sul reciproco rispetto e la mutua assistenza".
(Red/ Dire)