(DIRE-Notiziario settimanale Minori e Pediatria) Roma, 27 lug. - L'aereo arriva, apri la bocca, fallo per mamma, fallo per papa', fallo per nonna. Quanti genitori in Italia sono alle prese con cucchiaini e forchettine pronte a disegnare, con il boccone per aria, le figure piu' bizzarre? E solo per catturare l'attenzione dei figli e riuscire nella titanica impresa di farli mangiare.
Padri, madri e figli, tutti impegnati a scontrarsi sul cibo, una realta' diffusa che mette disturbo all'interno della famiglia.
Porta ordine il pediatra neonatologo Rocco Agostino con due regole fondamentali che tutti i genitori devono seguire in tema di alimentazione: la liberta' e la proposta.
"La liberta' significa 'Lascialo perdere'- suggerisce il medico- se in quel momento tuo figlio ti dice no, rifiuta di mangiare perche' non gli piace e non sa dirlo poiche' non sa ancora parlare, o non ha fame ed e' distratto da altro, non stare li' con il cucchiaio a fare le giostre piu' strane. Vorrei scrivere un libro che si dovrebbe intitolare 'La pazienza. Come fa il bambino a sopportare gli adulti'".
Quali sono, allora, i campanelli di allarme di un disturbo alimentare in un bambino piccolo? "È il pediatra che deve dirlo- risponde l'esperto- se il genitore fa con costanza le visite pediatriche e i controlli di salute, il pediatra potra' vedere tutto: un arresto della linea di crescita, se il bambino e' turbato, se sembra iperattivo o focalizzato soltanto su alcune cose. Il piccolo si mangia il cartone? Si mangia la terra? Ci sono elementi che possono portare il pediatra ad individuare un disturbo reale dell'alimentazione e della nutrizione? Allora, a quel punto, bisognera' intervenire sia sul genitore che sul bambino, parlando con il bambino e coinvolgendolo in un discorso di cibo che deve diventare un gioco. A volte il bambino non mangia e non importa, anzi se il bambino non vuole mangiare non insistere- continua a consigliare il pediatra- fallo scendere dalla sedia e giocare. Quando avra' fame tornera' e mangera'".
(Red/ Dire)