Affondo dei medici a ipotesi riapertura con manifesto in 5 punti
(DIRE-Notiziario settimanale Minori e Pediatria) Roma, 6 lug. - Negli ospedali in cui sono meno di 500 all'anno, i parti non sono sicuri. Lo hanno detto a chiare lettere oltre un anno fa e lo ribadiscono nei giorni scorsi che la discussione sulla riapertura dei punti nascita torna a farsi largo. In Emilia-Romagna i pediatri rappresentanti della Societa' italiana di medicina perinatale, lanciano un nuovo appello affinche' le stutture sanitarie prive dei requisiti necessari (in Emilia Pavullo, Castelnovo Monti e Borgo Val di Taro) che sono state soppresse, restino tali in nome della sicurezza delle mamme e dei neonati. Questa volta i medici hanno scelto di diffondere (sul sito della "Simp", ndr) un manifesto in cinque punti, nel cui terzo si legge nero su bianco: "Tutti i parti devono essere assistiti in strutture in cui nascano almeno 1.000 bambini ogni anno".
Perche', viene spiegato, "una gravidanza fisiologica solo raramente si conclude con un parto complicato, ma quando cio' accade in maniera imprevista diventa spesso una emergenza".
Dunque "solo la presenza di un gruppo di professionisti (presenti negli ospedali piu' stutturati, ndr) con una buona esperienza e abituati ad affrontare le emergenze ostetriche garantisce a madre e bambino la miglior assistenza possibile". I pediatri rimarcano anche che per dare attuazione al manifesto "e' indispensabile un impegno puntuale delle istituzioni a partire dalla Regione", invitata a realizzare le azioni stabilite nell'accordo del 2010 con lo Stato circa i requisiti di "appropriatezza, sicurezza e qualita' indicati dalla ricerca scientifica" per i parti stessi.
(Red/ Dire)