Ecco tutto quello che c'e' da sapere dalla gluten free al fodmap
(DIRE-Notiziario settimanale Minori e Pediatria) Roma, 29 giu. - Dalla gluten free a quella a basso contenuto di FODMAP (carboidrati non assorbibili che fermentano nel colon): fioriscono diete speciali offerte anche in eta' pediatrica per curare vari disturbi. Tra questi soprattutto i "disordini addominali funzionali", che colpiscono ben il 20% dei bambini e si manifestano con mal di pancia e gonfiore addominale.
Ma funzionano davvero o si tratta solo di mode nutrizionali? E piu' in generale quali sono i rischi di un'alimentazione restrittiva nei bambini? Sul tema si confrontano gli esperti della Societa' Italiana di Pediatria (Sip) che si sono riuniti a Roma in occasione dell'ultimo giorno del Congresso Nazionale in una tavola rotonda dal titolo 'Diete speciali: mito o realta'?'.
"I disordini addominali funzionali non hanno una causa organica, non esiste un test diagnostico che permetta di capirne l'origine. I benefici delle diete e delle opzioni farmacologiche proposte da piu' parti per alleviarne i sintomi sono in molti casi simili all'effetto placebo", spiega la vicepresidente Sip Annamaria Staiano, docente di Pediatria all'Universita' Federico II di Napoli. "In linea generale- raccomanda- tutte le diete che escludono alcuni alimenti (cosiddette 'diete di eliminazione') presentano dei rischi per i bambini, perche' possono compromettere lo stato nutrizionale o l'equilibrio psicofisico. Pertanto devono essere veramente necessarie. E' inoltre importante che i risultati siano sempre monitorati dal medico e che il miglioramento venga valutato in base a parametri oggettivi". La dieta gluten free e' da osservare "solo in caso di una diagnosi clinica di celiachia o di allergia al grano ig-E mediata. E' invece stata invocata da piu' parti, anche per i soggetti non celiaci, per contrastare i disordini addominali funzionali, patologie neurologiche, disordini dello spettro autistico, psoriasi e fibromialgia". Lo fa sapere Riccardo Troncone, docente del dipartimento di Scienze Mediche Traslazionali e Laboratorio Europeo per lo Studio delle Malattie Indotte da Alimenti dell'Universita' Federico II di Napoli.
"In molti di questi casi l'evidenza della sua efficacia e' a dir poco debole- sottolinea il professore- con l'aggravante che non e' priva di rischi. I prodotti senza glutine, infatti, possono avere un minore contenuto di micronutrienti (ferro, zinco, magnesio) e fibre e un contenuto piu' elevato di grassi".
Nonostante questi problemi e l'elevato costo di questa classe di prodotti dietoterapeutici, la dieta senza glutine e' divenuta popolare come dieta 'salutare'. Dati recenti suggeriscono che il 30% degli americani vorrebbe ridurre o completamente eliminare il glutine dalle loro diete. Alcuni atleti hanno scelto la dieta senza glutine per aumentare le loro performance. "Nonostante questa crescente domanda l'evidenza di benefici e' scarsa- prosegue Troncone- Nessun effetto e' dimostrato per esempio sulla capacita' di far perdere peso. E' stata prospettata l'induzione di un miglioramento del profilo glicemico, ma in realta' i prodotti senza glutine, perdendo la componente di grani integrali nel loro processing, sono responsabili di un rialzo glicemico postprandiale piu' elevato e in ultima analisi di una minore protezione verso le malattie cardiovascolari. Per tutti questi motivi, oltre che per il rischio di oscurare la possibile diagnosi di celiachia, ridurre o eliminare il glutine dalla dieta senza una chiara indicazione clinica e' una pratica da evitare", conclude. Novita' positive arrivano invece per i bambini che sono davvero allergici al glutine o celiaci. "Si allarga il panorama dei cereali che possono essere ammessi alla tavola del bambino celiaco", spiega Carlo Catassi, professore ordinario di Pediatria presso l'Universita' Politecnica delle Marche. "In particolare esistono dati molto solidi sulla sicurezza dell'avena, cereale nutriente ricco di fibra e vitamina. Un ampio studio multicentrico italiano ha dimostrato che la somministrazione prolungata di prodotti alimentari a base di avena non comporta alcun rischio di intolleranza da parte di bambini celiaci".
Capitolo dieta a basso contenuto di FODMAP. Questo regime nutrizionale sviluppato da ricercatori australiani e' basato appunto su una riduzione/eliminazione degli alimenti contenenti questi carboidrati, caratterizzati da un'elevata resistenza alla digestione, basso livello di assorbimento nel tratto intestinale e lunga fermentazione nell'intestino. A seconda del tipo di zucchero i FODMAP si trovano in vari alimenti: grano, segale, cipolle, aglio, carciofi, legumi, latte e prodotti caseari, miele, pere, mele, anguria, mango, funghi, cavolfiore, gomme da masticare.
"Alcuni studi condotti sugli adulti hanno dimostrato che una dieta a basso contenuto di FODMAP potrebbe avere un impatto favorevole sul dolore e sul gonfiore addominale e migliorare i sintomi dell'intestino irritabile. Tuttavia un solo studio ha riguardato l'eta' pediatrica, quindi l'efficacia sui bambini e' ancora poco chiara, sono necessari ulteriori studi", spiega Ruggero Francavilla, ricercatore presso l'Universita' degli Studi di Bari e Responsabile della Unita' di Gastroenterologia Pediatrica della Clinica Pediatrica.
"Inoltre- conclude Francavilla- queste diete, se non seguite correttamente, possono alterare la flora batterica intestinale, riducendo i batteri buoni".
(Red/ Dire)