Roma, 16 feb. - Aiutarci a ottenere i documenti a cui abbiamo diritto ma che non sempre riusciamo ad avere. Venire a vedere il posto in cui viviamo e in che condizioni siamo accolti, mantenendo con noi un contatto costante per assicurarsi che le strutture siano - adeguate. Incontrarci e conoscere i nostri interessi e le nostre passioni, cosi' che possiamo continuare a seguirle anche in Italia. Instaurare con noi un clima di fiducia rispettando la nostra cultura, le nostre usanze, la nostra religione e facendoci conoscere le sue. Darci consigli per la scuola e guidarci nelle nostre scelte formative, aiutandoci nel passaggio alla maggiore eta' cosi' che possiamo essere pronti e non ritrovarci da soli o per strada. Sono i 5 consigli per il tutore volontario che arrivano da 38 minori stranieri non accompagnati che hanno partecipato a gruppi di lavoro nei centri CivicoZero a Roma, Milano e Torino e hanno condiviso quali sono le loro aspettative rispetto alla figura prevista dalla legge 47/2017. I ragazzi coinvolti nei laboratori hanno tra i 14 e i 17 anni e arrivano da Eritrea, Gambia, Guinea, Egitto, Marocco, Mali, Bangladesh, Ghana e Senegal.
Fino all'entrata in vigore della legge 47 sulla protezione dei minori stranieri soli, i ragazzi coinvolti nei laboratori erano in tutela pubblica (affidati ai singoli Comuni in cui sono accolti) e molti hanno rivelato di non aver avuto mai contatti con il tutore. Per questo la loro grande aspettativa e' che il tutore volontario possa diventare per loro un punto di riferimento. La parola "guida" e' stata citata piu' volte dai partecipanti, insieme alla necessita' di ricevere supporto e consigli sul proprio percorso individuale in Italia. I centri CivicoZero sono centri diurni a bassa soglia presenti a Roma, Milano, Torino e da poco anche a Catania, totalmente finanziati da Save the children, che danno supporto, orientamento e protezione a minori e neomaggiorenni stranieri.
(Gas/ Dire)