Disagio legato a camicia troppo stretta. Aget punta su cultura e premia giornalisti
Roma, 21 dic. - "Le caratteristiche individuali, come il talento, possono essere un'opportunita' ma se costrette in una identificazione con un modello medio troppo stretto possono diventare uno svantaggio". Cosi' Fabio Lucidi, vicepreside vicario della Facolta' di Medicina e Psicologia de La Sapienza di Roma, alla seconda edizione del premio giornalistico dell'associazione Aget sul tema della plusdotazione, nella Sala del Refettorio a Palazzo San Macuto.
Quando parliamo di plusdotazione "parliamo anche dell'inquadramento del talento in una dimensione prestativa precoce. Occupandomi di sport- ricorda Lucidi- conosco bene questo ambito e ritengo importante riconoscere nelle differenze individuali le risorse di ognuno e i diritti di tutti". Le caratteristiche della plusdotazione "sono oggetto di dibattito, eppure non dovrebbe mai essere tema di discussione il fatto che qualsiasi caratteristica individuale spiccata corrisponda ad un bisogno educativo specifico. Nel nostro sistema scolastico si afferma che ciascuno ha il diritto ad avere un Piano educativo individualizzato. Una grande affermazione di civilta'- continua Lucidi- che deve pero' trovare ancora una applicazione. Dobbiamo passare da un piano scientifico ad uno culturale e politico". Grande merito in questo compito va allora all'Aget "per aver scelto un premio ai giornalisti quale modello comunicativo. La ricerca scientifica passa in ambito culturale- spiega il professore- se chi deve comunicarla lo fa con chiarezza. È importante porre rimedio al mancato riconoscimento- conclude lo studioso- che il disagio relativo alla plusdotazione sia legato non al corpo, ma alla camicia troppo stretta".
A premiare i giornalisti e' Francesca Sforza, del quotidiano La Stampa: "Il giornalismo italiano vive la stessa sofferenza della scuola- prosegue la giornalista- perche' ha una ispirazione di base funzionante, ma trova un livello di formazione stretto ed una difficolta' nel garantire la qualita' dei sistemi inclusivi, che sono sempre piu' complessi da sostenere rispetto a quelli selettivi. Il giornalismo italiano ha molto contatto con la popolazione e il nostro compito e' lavorare su una maggiore qualita' del linguaggio- conclude- mostrando sempre quanto sia arricchente la diversita'".
Chiude la premiazione Valeria Fazi, presidente Aget, facendo anche il punto dell'anno di attivita': "Aget ha lavorato molto. È stato un anno di grandi risultati, abbiamo attivato una collaborazione con l'universita' La Sapienza, un accordo quadro con il Consiglio nazionale dell'Ordine degli Psicologi, abbiamo promosso una conferenza internazionale a Roma ed aperto un proficuo dialogo con le altre Regioni. È stato, inoltre, istituto dal Miur un comitato tecnico nazionale per la tutela del diritto allo studio di minori e adolescenti plusdotati. Speriamo che si elaborino quanto prima delle linee guida per supportare i docenti sull'aspetto metodologico e didattico. I professori hanno bisogno di strumenti per poter meglio includere i bambini plusdotati nella classe di riferimento. Diciamo no a classi speciali, no a percorsi speciali e si ai piani didattici personalizzati, ma sempre mantenendo il bambino all'interno della classe di riferimento". Nel frattempo l'Aget porta avanti la sua azione di persuasione sulle istituzioni e di monitiraggio sul lavoro dei Media. "Oggi premiamo il lavoro ben fatto, che ha quel qualcosa in piu': tatto, delicatezza e cura. Ci vediamo per la terza edizione del premio- conclude Fazi- a dicembre 2019".
I primi tre classificati sono stati: Andrea Lucatello di Radio Capital; Daniela Molina de Il Salvaggente, e Rachele Bombace dell'Agenzia stampa Dire.
(Wel/ Dire)