Ancona, racconto di Denis: Ero lucido, ma non riuscivo a vedere
Lo psicologo: Nel panico aiuta via di fuga chiara. Ecco cosa fare
Roma, 14 dic. - "Nelle discoteche e nei concerti si va per perdere la voce e non la vita". Lo ribadisce Denis, un adolescente che ha vissuto la tragica fuga dalla discoteca di Corinaldo e che racconta la sua esperienza ad Unomattina: "Ero lucido, ma avevo gli occhi lacrimanti per via dello spray. Mi sono cimentato nella via di uscita ma non riuscivo a vedere e tossivo sempre di piu'. Una brutta sensazione".
L'adolescente era uscito dalle porte di sicurezza. "Pensavo di essere scampato al peggio- continua- ma invece il peggio era proprio li'. Con la coda dell'occhio ho visto crollare la balconata di sinistra ed io, fortunatamente, mi trovavo sulla destra. Sono confluito frontalmente nella massa, arrivando in basso e c'erano volontari e buttafuori che tiravano le persone, staccandole dalla massa. Al 90% li' si cadeva, perche' molte persone rimanevano sdraiate a terra e chi andava incontro a loro cadeva a sua volta. Ho provato tanto panico, non posso nasconderlo, ma sono riuscito a ragionare e a mantenere la calma. Con il sangue freddo sono riuscito a scappare grazie anche all'aiuto delle persone che mi hanno tirato fuori".
Per placare il panico in un luogo affollato "e' importante sapere che esiste una via di fuga gia' determinata e mostrata dagli organizzatori. Occorre chiarezza", ribadisce Federico Bianchi di Castelbianco, psicoterapeuta dell'eta' evolutiva. "La persona fredda, come Denis, sapra' trovare la via di uscita- spiega lo psicologo- ma la persona in panico se non sa che c'e' una possibilita' di fuoriuscita, una soluzione, non riuscira' nemmeno a farsi aiutare dagli altri. Il panico deriva proprio dal fatto di non vedere una possibile via di uscita".
La folla ha un comportamento che e' riproducibile attraverso modelli matematici. Cosa fa in casi di panico? "Oscilla tra due comportamenti antitetici- spiega il fisico Valerio Rossi Albertini- si muove disordinatamente andando ad esplorare lo spazio circostante per trovare una via di fuga, oppure si raggruppa in piccoli plotoni e si separa. Ovviamente dipende dalla densita', da quanta gente c'e' in quello spazio. La cosa piu' interessante- aggiunge il fisico- e' che quando prevale l'irrazionalita', la confusione e il panico, l'intervento di agenti all'interno della folla non sempre riesce a disciplinarne il movimento. Anche un ordine impartito da un'autorita' esterna puo' essere ignorato, non essere recepito o percepito materialmente. Un ruolo importante e' assunto invece dall'agente silente- fa sapere Albertini- quelle persone che si confondono nella folla ma mantengono il controllo. Gli agenti silenti si muovono in maniera coerente e vengono seguiti dalle persone istintivamente, creando un effetto gregge che permette alla folla di defluire disciplinatamente".
(Wel/ Dire)
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