Roma, 14 dic. - Un servizio di Riabilitazione ambulatoriale che comprende terapia neuromotoria, occupazionale, foniatrica, ortottica, respiratoria, logopedica, neuropsicologica e dei disturbi visuo-percettivi rivolta ai piu' piccoli. E' questo il progetto di riabilitazione multidisciplinare della Fondazione Irccs Santa Lucia di Roma.
Tra le attivita' attive nel centro anche l'idrochinesiterapia con priorita' di presa in carico dei bambini di eta' inferiore ai 18 mesi che presentano patologie complesse come le paralisi cerebrali infantili, gravi prematurita', gravi disturbi di alimentazione e comunicazione, disabilita' intellettive, sindromi genetiche rare come Down, Prader-Willi e Cri Du Chat. La terapia cognitivo-comportamentale e' rivolta ai bambini con problematiche cognitive e adattive legate a diverse patologie dello sviluppo che si manifestano attraverso deficit d'apprendimento, ostacoli alla comunicazione verbale ed emozionale, impulsivita' comportamentale. Per capire meglio i protocolli e le possibilita' di cura, l'agenzia di stampa Dire ha intervistato Daniela Morelli, Direttrice del centro di Neuroriabilitazione infantile della Fondazione Irccs Santa Lucia.
"La palestra della neuroriabilitazione infantile della Fondazione Santa Lucia, un centro dove vengono trattati bambini affetti da gravi patologie neurologiche e genetiche. Ad oggi- dichiara Daniela Morelli, direttore del Centro- abbiamo in carico circa 450 bambini, accogliamo soprattutto quelli piu' piccoli e li accompagniamo nel loro percorso riabilitativo finche' non vi e' una stabilizzazione del quadro clinico".
"Trattiamo principalmente piccoli pazienti affetti da compromissioni multiple e per questo motivo ci siamo specializzati nel trattamento delle disfagia, di piccoli- precisa l'esperto- che non hanno la possibilita' di comunicare attraverso la comunicazione aumentativa e nel trattamento di gravi disabilita' motorie".
"Per questo motivo utilizziamo anche degli ausili di ultima generazione di tipo sperimentale che sopperiscono ai deficit di questi bambini. Penso ad esempio ai soggetti che usufruiscono di deambulatori e stabilizzatori che permettono ai pazienti di potersi spostare", conclude Morelli.
(Wel/ Dire)