"Stiamo per proclamare agitazione e al via a scioperi nazionali"
Roma, 14 dic. - "Nel Veneto la situazione e' drammatica. La Regione ha deciso, nel piano sanitario 2019-2023, di abrogare motu proprio la pediatria di famiglia in base all'autonomia sancita dallo Stato nell'ultimo accordo realizzato dalla Lombardia, il Veneto e l'Emilia Romagna. Dall'1 gennaio 2019 in Veneto tutti i nuovi pediatri che entreranno in convenzione saranno alla dipendenza della Regione. Di fatto dall'1 gennaio 2019 in questa Regione non ci saranno piu' pediatri di famiglia". A denunciarlo e' Giuseppe Gullotta, presidente la Federazione CIPe-SISPe-SINSPe.
Una novita' che e' partita "a livello sperimentale solo in tre province, che contano quasi la meta' di tutta la popolazione pediatrica. A loro volta i 560 pediatri della Regione Veneto non sanno se saranno passati d'ufficio alla dipendenza della Regione e con quale legge". Questo vuol dire che la Regione "li potra' mandare sul 'cocuzzolo' della montagna anche solo per pochi assistiti- commenta Gullotta- e verra' meno il rapporto ottimale con gli assistiti. Saranno dei dipendenti e quindi verranno mandati, a seconda dei bisogni, nei pronto soccorsi, negli ambulatori, negli ospedali o sul territorio".
Come Federazione "abbiamo chiesto immediatamente una convocazione alla Sisac (Struttura interregionale sanitari convenzionati), avendo firmato un contratto circa 8 mesi fa con la Sisac che rappresenta tutte le Regioni, compresa la Regione Veneto. A questo punto ci deve spiegare- chiede Gullotta- perche' nella Regione Veneto il contratto appena firmato non vale".
Si tratta del contratto di lavoro nazionale dei pediatri di famiglia realizzato nell'ambito della legge quadro 833. "Questo contratto firmato con la Sisac e' di fatto carta straccia- denuncia il pediatra- la Regione Veneto ha deciso che in parte non lo applichera' e la Sisac ci deve spiegare perche'".
In secondo luogo la Federazione si e' rivolta al ministero della Salute. "Abbiamo chiesto al ministero un'immediata convocazione- assicura il medico- ma stranamente non credo voglia intervenire. Stiamo aspettando cosa decidera', se convocarci o meno. Infine, abbiamo chiesto chiarimenti alla Regione Veneto per capire come si vuole muovere. Il piano sanitario regionale 2019-2023 deve ricevere ancora l'approvazione definitiva del Consiglio regionale- ricorda Gullotta- che probabilmente avverra' questa settimana o all'inizio della prossima. Il documento sara' ufficiale nell'arco di pochissimi giorni ed operativo dal primo gennaio".
Per Gullota "il rischio piu' grande e' che a cascata si possa generale una reazione a catena tra le Regioni che sancirebbe il de profundis della Pediatria di famiglia. La variazione del Titolo V della Costituzione consente alla Regione questa assurda e incredibile autonomia, che sta creando un danno enorme: verra' a mancare il rapporto di fiducia tra il pediatra di famiglia e la famiglia. La gente trovera' un pediatra qualunque che oggi c'e' e domani non ci sara', a seconda dei bisogni della Regione Veneto. Tutta la prevenzione, le vaccinazioni, l'allattamento, l'obesita', tutto sara' fatto all'acqua di rose- rimarca Gullotta- se non addirittura in un'assistenza piu' quantitativa che qualitativa che mette a repentaglio la salute dei bambini".
La reazione della Federazione CIPe-SISPe-SINSPe non si e' fatta attendere: "Stiamo proclamando lo stato di agitazione e abbiamo chiesto una intersindacale. Siamo tre sindacati di pediatria, anche se il sindacato maggioritario si ostina a fare orecchie da mercante. Al contrario, noi siamo dell'opinione che, invece, un'intersindacale andrebbe fatta subito. Dobbiamo fare un'azione forte e dimostrativa a livello nazionale per evitare azioni a cascata. L'iniziativa della Regione Veneto si portera' dietro le altre regioni- precisa il pediatra- partendo dal Centro Nord presumiamo che le prime a farlo potrebbero essere la Lombardia e l'Emilia Romagna, poi succedera' in tutta Italia. Non possiamo giocare sul rischio che la pediatria di famiglia si possa estinguere. Dobbiamo essere decisi- aggiunge- stiamo per proclamare lo stato di agitazione e se sara' il caso partiremo con degli scioperi nazionali a difesa dei colleghi del Veneto e di tutta la categoria. Mi dispiace che questa proclamazione avverra' durante le festivita'- continua Gullotta- quando la gente avra' piu' bisogno del pediatra di famiglia e ci scusiamo sin da ora con la popolazione per il disagio che daremo, ma siamo convinti che dobbiamo comunque difendere la categoria. Se lo sciopero sara' l'ultima arma che ci resta a disposizione saremo costretti ad applicarla".
Lo stesso "pericolo" incombe sui medici di medicina generale. "La Regione Veneto insieme al de profundis della pediatria di famiglia sta innescando il meccanismo di pagare i medici di medicina generale a cottimo: i nuovi medici che entreranno non saranno nemmeno alla dipendenza, ma a prestazione come si faceva ai tempi delle mutue private. Il dramma e' che questo tipo di assistenza non portera' alcun risparmio ma solo un danno enorme. La legge 833 che istituzionalizza il Sistema sanitario nazionale la volle abolire in quanto creava sprechi inutili- conclude Gullotta- non c'era una gestione reale dell'assistenza sanitaria. Il Sistema sanitario si chiama nazionale perche' deve garantire l'assistenza e i Lea da Porto Palo alla Valle d'Aosta, Veneto compreso. I medici d medicina generale sono estremamente preoccupati".
(Wel/ Dire)