Lanzarin: Preoccupano poverta' di stimoli culturali e socialita'.
Roma, 7 dic. - In Veneto, sette minori su 10 leggono meno di tre libri all'anno, 42 su 100 non fanno sport, mentre ben 94 su 100 usano la rete con regolarita' e 82 su 100 sono online tutti i giorni. Sono i dati del report statistico di novembre elaborato dall'ufficio statistica della Regione. I ragazzi veneti sono quindi "iperconnessi", ma sono anche piu' propensi dei loro coetanei ad impegnarsi nell'associazionismo e nel volontariato.
Il 17,3% e' infatti attivo in gruppi ed esperienze associative, a fronte di un livello medio nazionale del 12%. Per quanto riguarda il successo scolastico, molto dipende dalle famiglie d'origine, con il 69% dei giovani con un profilo sociale elevato ottengono un voto distinto o ottimo all'esame di licenza media, a fronte del 53% dei ragazzi che provengono dai contesti piu' bassi.
Inoltre, l'85% dei figli di famiglie di profilo sociale elevato si iscrive all'universita', rispetto al 46% dei figli di genitori meno abbienti.
"La famiglia d'origine influisce nel percorso educativo dei giovani per questo il piano regionale di contrasto alla poverta' e all'esclusione sociale, messo a punto da questa amministrazione e ora in fase di attuazione, riserva all'infanzia un'attenzione particolare per migliorare i contesti di crescita promuovendo alcuni interventi specifici per spezzare il circolo vizioso della poverta' educativa, che tende a tramandarsi dai genitori ai figli", afferma l'assessore al Sociale Manuela Lanzarin ammettendo che "abbandono scolastico e titoli di bassa qualifica sono uno degli indicatori della carenza di opportunita' di crescita, ma non sono gli unici", perche' "preoccupano anche la poverta' di stimoli culturali, la scarsa propensione alla lettura e alla vita sociale, la dipendenza dal web, le poche esperienze di socialita' e condivisione".
Anche per questo "il piano regionale contro la poverta' riserva 500mila euro ad interventi per migliorare gli ambiti di crescita di bambini e ragazzi, sostenendo le iniziative territoriali volte a creare ludoteche, doposcuola, centri estivi, attivita' sportive, laboratori e attivita' culturali, nonche' attivita' e servizi di sostegno alla genitorialita'". Perche' "ci sono evidenze scientifiche che la partecipazione dei bambini sin dalla prima infanzia a servizi educativi aiuta lo sviluppo della personalita' e le probabilita' di successo scolastico".
E poi "l'incontro con gli altri, le relazioni, le esperienze di gruppo e di cittadinanza attiva sono fattori primari di crescita ed educazione alla socialita' ed antidoto naturale all'esclusione sociale e all'impoverimento culturale", conclude Lanzarin, ricordando che la Regione "oltre che nelle politiche per la prima infanzia, e' tornata ad investire anche nelle politiche giovanili".
(Wel/ Dire)