Con 18 referenti regionali diffonde cultura ortopedia pediatrica
Roma, 13 apr. - Formazione a tutto campo per i pediatri nell'ambito dell'ortopedia e della trumatologia, con sinergie tra gli operatori che ruotano attorno al bambino: ortopedici, pediatri, neonatologi e fisiatri. È l'obiettivo della Societa' italiana di ortopedia e traumatologia pediatrica (Sitop), spiegato alla Dire dal past president Gaetano Pagnotta.
"Durante il mio mandato (terminato ad ottobre) ho stretto fortissime collaborazioni con la Societa' italiana di ortopedia pediatrica e la Federazione italiana medici pediatri. Il 7 aprile- sottolinea il medico- abbiamo realizzato a Crotone (Calabria) un congresso sulle patologie congiunte dal titolo 'L'ortopedico e il pediatra: patologie di confine'. I nostri corsi sono sinergici, mirati alla formazione e all'abbattimento di quelle aree oscure, grigie, che spesso circondano la nostra specialita'".
Tante sono le iniziative in programma: "Il prossimo evento nazionale si terra' a Bari nell'ambito del congresso della Societa' di ortopedia". Per diffondere il concetto, la cultura e la realta' dell'ortopedia pediatrica in Italia, la Sitop ha sviluppato circa 18 esponenti presenti sul territorio nazionale. Dopo Crotone, "dove abbiamo realizzato una giornata di proficuo scambio culturale con i pediatri, ci saranno altri eventi a Cagliari e a Firenze". Quelli promossi dalla Sitop non sono il "congresso rigido che si fa una volta l'anno, ma piccoli incontri regionali con pediatri e neonatologi per rispondere ai loro quesiti e alle loro incertezze".
I principali argomenti trattati per l'ortopedia riguardano "la lussazione dell'anca, il piede torto, la deformita' vertebrale (cifosi e scoliosi), la lombalgia e i paramorfismi dell'arto inferiore (il piede piatto e il ginocchio valgo). Nella traumatologia tutto- aggiunge il medico- perche' il bambino cade e si rompe dovunque".
Il piede torto e' la patologia piu' comune: "In Italia annualmente si stima che nascano 600 mila bambini con piede torto, con una percentuale di 1,2-1,3 su 1.000 nati". Si tratta di "una deviazione del piede che non poggia sul piatto, ma ha quattro componenti di deformita' in equino, in adduzione, in supinazione. È un piede completamente ritorto su se stesso. C'e' una metodica ereditata dagli Stati Uniti e messa a punto negli ultimi 10 anni - il metodo Ponseti - che riesce con una minima aggressivita' chirurgica a correggerlo", conclude Pagnotta.
(Red/ Dire)