(DIRE - Notiziario settimanale Minori) Roma, 13 ott. - Nel mondo 1 ragazza su 10 al di sotto dei vent'anni ha subito un atto di violenza sessuale, mentre sono circa 16 milioni le ragazze tra i 15 e i 19 anni e circa 1 milione di bambine sotto i 15 anni che ogni anno danno alla luce un bambino. Le complicazioni durante la gravidanza e al momento del parto rappresentano la seconda causa di morte per le adolescenti di tutto il mondo. Sono alcune delle stime dell'Organizzazione Mondiale della Sanita' rilasciate dalla dott.ssa Flavia Bustreo, Vice Direttore Generale dell'Oms, Salute della Famiglia, delle Donne e dei Bambini, in occasione della presentazione a Roma del nuovo Dossier Indifesa, l'annuale rapporto sulla condizione delle bambine e delle ragazze nel mondo divulgato da Terre des Hommes in occasione della Giornata Onu delle Bambine e delle Ragazze.
Secondo i dati del dossier, nel mondo circa 120 milioni di ragazze con meno di vent'anni sono vittime di "rapporti forzati o altri atti sessuali forzati", mentre ogni giorno- stima l'Oms a proposito dei matrimoni precoci- 39.000 ragazze tra i 15 e i 19 anni sono costrette a sposarsi: tra il 2011 e il 2020 saranno 140 milioni. I fenomeni di violenza e quelli legati alle pratiche tradizionali come le mutilazioni genitali femminili e i matrimoni forzati e precoci vengono ulteriormente esacerbati nei contesti di emergenza, inclusi quelli determinati dai fenomeni migratori. Le esperienze che queste ragazze sono costrette a vivere avranno delle ripercussioni in termini di salute fisica e mentale, nel lungo e breve termine e comprometteranno la piena integrazione sociale ed economica di queste future donne.
La mancanza di accesso ai servizi di salute riproduttiva e sessuale mettono ad ulteriore rischio queste ragazze. Attualmente si stima infatti che circa 32 milioni di donne e ragazze in eta' riproduttiva vivano in contesti di emergenza. Attenzione particolare e' da porre a questa popolazione di donne ed adolescenti che vivono in questi contesti di emergenza umanitaria, inclusi i flussi migratori. Cause legate alla gravidanza ed il parto sono infatti fra le principali cause di morte per le ragazze fra i 15 ed i 19 anni, ed in contesti di emergenza questo fattore rischia di aumentare. "Gli adolescenti non sono semplicemente dei bambini cresciuti o dei giovani adulti. Hanno dei bisogni specifici che devono essere rispettati, ed adeguati rispetto ai contesti in cui questi giovani vivono e crescono- spiega il Vice Direttore Oms Flavia Bustreo- Per anni questo e' stato ignorato ed e' arrivato il momento di porre gli adolescenti al centro dell'agenda di sviluppo nazionale e globale. Gli ultimi dati dimostrano che ogni giorno 3000 adolescenti muoiono nella maggior parte dei casi per cause prevenibili, e che molti dei fattori di rischio che determinano malattie dell'eta' adulta, si sviluppano e consolidano proprio durante l'adolescenza.
Gli adolescenti rappresentano un sesto della popolazione mondiale. Investire in programmi di tutela della loro sicurezza e della loro salute garantendo loro il diritto alla salute, all'educazione e alla piena partecipazione alla societa', puo' certamente rappresentare una preziosa risorsa di sviluppo a livello nazionale e globale. È innanzitutto una responsabilita' degli Stati che definiscono le priorita' globali, inclusi i membri del G7, proteggere e favorire lo sviluppo e la salute degli adolescenti quale fascia fondamentale della popolazione, a partire da azioni che garantiscano l'accesso ai servizi sanitari,e che comprendano anche coloro che vivono in contesti di emergenza umanitaria, migranti e rifugiati".
(Red/ Dire)