(DIRE - Notiziario settimanale Minori) Roma, 24 nov. - Secondo un nuovo studio dell'Unicef, realizzato in occasione della Giornata Mondiale dell'Infanzia, nonostante i progressi raggiunti a livello globale, 1 bambino su 12 nel mondo vive in paesi in cui le sue prospettive attuali sono peggiori rispetto a quelle che avevano i suoi genitori. Secondo questo studio, 180 milioni di bambini vivono in 37 paesi in cui, rispetto a 20 anni fa, hanno maggiori probabilita' di vivere in poverta' estrema, non andare a scuola o morire in modo violento. Lo studio dell'Unicef, valutando le prospettive dei bambini quando scappano da una poverta' estrema, quando vogliono ottenere un'istruzione di base ed evitare una morte per cause violente, ha rivelato che: la percentuale di persone che vivono con meno di 1,90 dollari al giorno e' aumentata in 14 paesi, fra cui Benin, Camerun, Madagascar, Zambia e Zimbabwe. Questo aumento e' principalmente dovuto a disordini, conflitti o a una cattiva governance; l'iscrizione alla scuola primaria e' calata in 21 paesi, fra cui Siria e Tanzania, a causa di fattori come la crisi finanziaria, la rapida crescita della popolazione e l'impatto dei conflitti; le morti per cause violente fra i bambini e gli adolescenti sotto i 19 anni sono aumentate in 7 paesi: Repubblica Centrafricana, Iraq, Libia, Sud Sudan, Siria, Ucraina e Yemen - tutti paesi che stanno attraversando grandi conflitti; quattro paesi- Repubblica Centrafricana, Sud Sudan, Siria e Yemen- hanno assistito a un declino in piu' di una di queste tre questioni valutate, mentre il Sud Sudan ha subito un declino in tutte e tre. 'Mentre l'ultima generazione ha assistito a grandi risultati, mai raggiunti in precedenza, sul tenore di vita per la maggior parte dei bambini del mondo, il fatto che una minoranza dimenticata di bambini ne sia rimasta esclusa- non per errori loro o delle loro famiglie- e' grottesco- ha dichiarato Laurence Chandy, direttore dell'Unicef per il dipartimento Dati, Ricerca e Politiche- È la speranza di ogni genitore, ovunque nel mondo, di dare ai loro bambini maggiori opportunita' rispetto a quelle che hanno avuto loro da giovani. In questa Giornata Mondiale dell'Infanzia dobbiamo prendere coscienza di quanti bambini stiano invece vedendo le loro opportunita' restringersi e le loro prospettive diminuire'.
Info sullo studio: i 37 paesi in cui le prospettive per i bambini stanno diminuendo in almeno una delle tre questioni valutate sono: Benin, Bolivia, Camerun, Repubblica Centrafricana, Comore, Costa D'Avorio, Djibouti, Guinea Equatoriale, Eritrea, Guatemala, Guyana, Guinea-Bissau, Giordania, Iraq, Kiribati, Libano, Liberia, Libia, Madagascar, Mali, Isole Marshall, Micronesia, Palau, Paraguay, Moldavia, Romania, Saint Kitts e Nevis, Isole Salomone, Sud Sudan, Siria, Tonga, Tanzania, Ucraina, Vanuatu, Yemen, Zambia e Zimbabwe.
Un altro sondaggio dell'Unicef lanciato oggi, effettuato su 11 mila bambini e adolescenti fra i 9 e i 18 anni in 14 paesi, mostra che i bambini sono profondamente preoccupati sulle questioni globali che colpiscono i loro coetanei e loro personalmente, fra cui violenza, terrorismo, conflitti, cambiamento climatico, disparita' di trattamento dei rifugiati e dei migranti e poverta'. I principali risultati del sondaggio: quando e' stato chiesto loro come si sentono quando vengono prese decisioni che riguardano i bambini nel mondo, in tutti i 14 paesi meta' dei bambini ha dichiarato di sentirsi privata dei propri diritti; i bambini in Africa meridionale e nel Regno Unito sono quelli che si sentono maggiormente privati dei loro diritti, con rispettivamente il 73% e il 71% che hanno riportato di sentire che le loro voci non vengono per niente ascoltate e che le loro opinioni non generano comunque un cambiamento; i bambini in India sono quelli che si sentono maggiormente ascoltati: il 52% di loro crede che le loro voci siano ascoltate e possano aiutare il loro paese e che le loro opinioni possano influenzare il futuro del loro paese; i bambini in tutti e 14 i paesi hanno identificato terrorismo, scarsa istruzione e poverta' come le maggiori questioni su cui vorrebbero che i leader mondiali agissero; in tutti e 14 paesi, la violenza contro i bambini e' la preoccupazione maggiore, con il 67% degli intervistati che ha riportato di essere molto preoccupato. I bambini in Brasile, Nigeria e Messico sono i piu' preoccupati sulla violenza che colpisce i bambini, con rispettivamente l'82%, il 77% e il 74% che si sono detti molto preoccupati sulla questione, continua l'Unicef.
I bambini in Giappone sono i meno inclini a preoccuparsi: meno di un quarto dei bambini che hanno effettuato il sondaggio (23%) e' molto preoccupato; i bambini in tutti e 14 i paesi sono ugualmente preoccupati del terrorismo e della scarsa istruzione: al 65% di tutti i bambini preoccupa molto la questione. I bambini in Turchia e in Egitto sono quelli con maggiore probabilita' di essere preoccupati dal fatto che il terrorismo li colpisca personalmente, rispettivamente l'81% e il 75%. Al contrario, i bambini nei Paesi Bassi sono quelli meno inclini a preoccuparsi che il terrorismo li colpisca personalmente, solo il 30%. I bambini in Brasile e Nigeria sono i piu' preoccupati sulla scarsa qualita' dell'istruzione o sulla mancanza di accesso alla stessa, con meno di 8 bambini su 10 preoccupati che questo fenomeno colpisca i bambini nel mondo. Circa 4 bambini su 10 in tutti e 14 i paesi si preoccupano molto sulla disparita' di trattamento dei bambini rifugiati e migranti nel mondo. I bambini in Messico, Brasile e Turchia sono quelli con maggiori probabilita' di essere preoccupati: 3 bambini messicani su 5 hanno espresso paura, seguiti da oltre la meta' dei bambini in Brasile e Turchia. Circa il 55% dei bambini in Messico e' preoccupata che questo fenomeno li colpisca personalmente; circa la meta' dei bambini (45%) in 14 paesi non confidano nel fatto che gli adulti del loro paese e i leader mondiali prendano decisioni positive per i bambini. Il Brasile ha la percentuale piu' alta di bambini (81%) che non si fidano dei loro leader, seguiti dal Sud Africa al 69%. I bambini in India hanno espresso la fiducia maggiore nei loro leader: solo il 30% non si fida; Barack Obama, Cristiano Ronaldo, Justin Bieber e Taylor Swift sono i nomi piu' popolari che i bambini inviterebbero alla loro festa di compleanno, con l'ex presidente degli Stati Uniti che compare nella top 5 di 9 paesi su 14.
Guardare la tv e' l'hobby numero uno in 7 paesi su 14, continua l'Unicef.
Info sul sondaggio: il sondaggio e' stato realizzato dall'Unicef in collaborazione con Kantar e Lightspeed ed e' stato posto a oltre 11.000 bambini fra i 9 e i 18 anni in 14 paesi riguardo le loro preoccupazioni e le loro opinioni sulle questioni globali come bullismo, conflitto/guerra, poverta', terrorismo e violenza contro i bambini. I paesi oggetto di sondaggio sono stati: Brasile, India, Giappone, Kenya, Malesia, Messico, Paesi Bassi, Nuova Zelanda, Nigeria, Egitto, Sud Africa, Turchia, Regno Unito e Stati Uniti. Giornata Mondiale dell'Infanzia - L'Unicef celebra la Giornata Mondiale dell'Infanzia, che segna l'anniversario dell'adozione della Convenzione sui Diritti dell'Infanzia e dell'Adolescenza, con 'takeovers' (eventi in cui i bambini prendono il posto degli adulti) a livello mondiale, iniziative di alto livello e altre mobilitazioni di bambini in oltre 130 paesi, per dare ai bambini una piattaforma tutta loro per contribuire a salvare le vite di altri bambini, battersi per i loro diritti e realizzare il loro potenziale. La Giornata Mondiale dell'Infanzia e' una giornata 'per i bambini, fatta dai bambini': i bambini da tutto il mondo prenderanno il posto degli adulti in ruoli chiave nel mondo dei media, della politica, del business, dello sport e dello spettacolo per esprimere le loro preoccupazioni sulle questioni su cui i leader mondiali dovrebbero concentrarsi e per dar voce al supporto per quei milioni di loro coetanei che stanno affrontando un futuro con minori speranze. 'La Giornata Mondiale dell'Infanzia serve per farci ascoltare e darci modo di dire qualcosa sul nostro futuro. E il nostro messaggio e' chiaro: dobbiamo parlare in nostra difesa e, quando lo facciamo, il mondo deve ascoltarci', ha detto Jaden Michael, attivista quattordicenne e difensore dei diritti dei bambini dell'Unicef.
(Red/ Dire)