(DIRE - Notiziario settimanale Minori) Roma, 24 nov. - "Bisogna puntare sul fatto che affrontare oggi l'adolescente significa affrontare anche come ci si arriva a esserlo. Non si puo' prescindere da questo e dal ruolo che hanno scuola e famiglia". Cosí Federico Bianchi di Castelbianco, psicoterapeuta dell'etß evolutiva, in occasione dell'incontro 'Adolescenti oggi' organizzato dal Miur a Roma. Nel contesto attuale, spiega Castelbianco, "la famiglia indica la scuola come responsabile, la scuola considera la famiglia in difficolta' nell'educazione e denuncia una realta' dove la gestione dei giovani risulta difficile, cosi' ha chiesto aiuto agli esperti". E gli esperti "hanno risposto portando le certificazioni da 180mila a 230mila in pochi anni descrivendo la diagnosi senza spiegarne peró le cause e le orgini".
Cosi' facendo, specifica, "la famiglia crede di non avere responsabilita', la scuola nemmeno e puo' fare poco": un circolo vizioso che porta "il mondo degli adulti a dire che la colpa sia del ragazzo". In tutto cio' "non si e' tenuto conto della societa' che e' cambiata". Lo psicoterapeuta ribadisce come le "mamme siano costrette a staccarsi dai bambini nel primo anno di vita diventando le mamme del weekend. Inoltre abbiamo il 50% dei separati, la scuola ha cambiato il modo di insegnare ma senza adeguarsi ai tempi, i bambini fanno un lavoro straordinario con i compiti a casa dopo la scuola, gli esperti hanno aumentato incredibilmente le certificazioni per la dislessia per non parlare dei 500mila plusdotati notati solo quando disturbano".
Un panorama quello presentato dal direttore dell'Istituto di ortofonologia che rispecchia quello che emerge dal lavoro svolto. "Abbiamo un grande osservatorio grazie al lavoro dell'Ido, ai 150 sportelli d'ascolto nelle scuole e a quello online, al contatto diretto con docenti, presidi e studenti grazie anche al giornale online 'La scuola fa notizia' che abbiamo creato con Diregiovani e l'Agenzia di stampa Dire".
Per rispondere a questa sfida, conclude Bianchi di Castelbianco, "bisogna avviare un percorso che parta dai nidi e dalla scuola dell'infanzia, un percorso in cui i genitori possano trovare un appoggio, gli insegnanti costruire e gli esperti vengano cosi' interpellati poco. E' il modo per far vivere bene i ragazzi, per capire da subito dove si sta andando e le sfide da affrontare".
(Red/ Dire)