Disabilita', artigiani digitali di Opendot: Innovazione, soprattutto sociale
Il coordinatore dell'officina digitale racconta i progetti in cantiere
(DIRE - Notiziario settimanale Minori) Milano, 10 nov. - Unire le dinamiche della produzione industriale alla qualita' dei prodotti artigianali. Alla Fab Lab milanese OpenDot ci sono riusciti. Con la fabbricazione digitale e' possibile utilizzare tecnologie che realizzano ausili e software che ancora non esistono o che non possono essere acquistati a prezzi ragionevoli. "Nella Fab Lab si utilizzano tecnologie che permettono di utilizzare un unico software che gestisce diversi processi: lavorazione della plastica, del legno e dei metalli. Cosi' e' possibile creare prototipi di nuove idee in maniera molto veloce", spiega Enrico Bassi, coordinatore di OpenDot. "Rappresentiamo centri di innovazione tecnologica, produttiva e sociale. L'aspetto sociale e' di sicuro quello piu' importante", precisa. OpenDot ha costruito una bicicletta su misura per Lorenzo, 6 anni e una grave patologia neurologica. Grazie a un sellino ergonomico, un supporto per la schiena e un modello 3D personalizzato, il bambino ha potuto cosi' realizzare il sogno di un giro in bici. La storia del piccolo Lorenzo e' stata ripresa dai quotidiani nazionali e rappresenta una testimonianza di rilievo sull'importanza delle soluzioni personalizzate e a basso costo per le persone disabili.
E i progetti in cantiere non mancano. "Abbiamo prodotto diverse soluzioni su misura per le persone disabili. Come i software che consentono ai bambini di comunicare meglio e di aiutarli a impugnare una penna per disegnare", racconta Bassi. Ma in Italia la definizione di "maker", ossia chi combina le tecniche artigianali ai vantaggi della produzione in serie, e' ancora poco formata. "Il maker e' una figura trasversale", spiega. "E' una persona curiosa. La traduzione in italiano (artigiano digitale, ndr) e' riduttiva perche' il mondo dei Fab Lab e' fatto di gente che rappresenta una categoria a se'". Secondo Enrico Bassi "i veri maker sono coloro che comprendono le potenzialita' della tecnologia. Il digitale non sminuisce le capacita' manuali. In effetti, e' vero il contrario".OpenDot riesce a fornire prodotti tecnologici su misura dell'utente e a costi accessibili. In questo modo e' fatta salva la componente artigianale ma anche la possibilita' di produzione su larga scala. "Quello che facciamo noi e' realizzare prodotti con tecnologie industriali e che possono essere riprodotti su scala industriale in tutto il mondo, ma con le tempistiche e le modalita' tipiche dell'artigianato".
OpenDot puo' vantare sul lavoro di un gruppo giovane ed eterogeneo di "makers". "Siamo in 15, tra ingegneri, architetti e designer. Tra noi c'e' persino un filosofo. E siamo giovani, abbiamo tra i 20 e i quarant'anni", spiega Bassi. La Fab Lab collabora con la Fondazione Together to go, che conta circa 20 terapisti che seguono oltre 100 bambini con da malattie gravi e che assicurano la conformita' dei prodotti alle esigenze dei piccoli. In questi giorni OpenDot e' finalista di un concorso "Il Coraggio di innovare" con un progetto su una scarpa estiva per bambini che facilita indossare il tutore ortopedico.
(Red/ Dire)
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