(DIRE - Notiziario settimanale Minori) Milano, 10 nov. - Mai scuotere il neonato. Anche se sta piangendo e non si sa piu' come farlo smettere. La tentazione di scuoterlo puo' portare a conseguenze cerebrali devastanti nel bambino. Anche alla sua morte. E cio' capita piu' spesso di quanto si possa immaginare. In Italia non esiste un dato preciso, ma studi negli USA hanno stimato circa 30 casi all'anno ogni 100 mila neonati. Il 25% muore. "Possiamo ipotizzare che il nostro Paese si allinei con questi dati", spiega Lucia Romeo, pediatra dell'ospedale dei bambini Buzzi di Milano. Per cercare di prevenire la Shaken Baby Syndrome (Sbs), Terre des Holmes lancia la campagna "Non scuoterlo!": sono previsti spot Tv, con la partecipazione dell'attore Alessandro Preziosi, e il sito di informazione nonscuoterlo.it.
"Quando un lattante e' scosso violentemente la testa e il cervello subiscono forze di accelerazione e decelerazione che provoca danni meccanici ai neuroni e alle fibre nervose - spiega Melissa Rosa Rizzotto, medico del Centro regionale per la diagnostica del bambino maltrattato di Padova -, oltre che ai vasi sanguigni intracranici e agli occhi. Questo comporta una alterazione immediata di coscienza e funzioni vitali. Se questa fase e' superata e non sopraggiunge la morte del bambino, si manifestano gradualmente le emorragie cerebrali, spinali e retiniche". A volte le conseguenze non sono subito visibili, ma semplicemente il bimbo sembra calmarsi: in realta' e' una "quiete" causata proprio dai danni arrecati. "E cosi' capita che i genitori ripetano il gesto di scuoterlo ogni volta che piange perche' lo ritengano 'educativo' - aggiunge Melissa Rosa Rizzotto-. A noi arrivano bambini che hanno subito fino a 10 scuotimenti, con danni irreparabili".
La campagna "Non scuoterlo!" e' promossa in collaborazione con Ambulatorio Bambi dell'Azienda ospedaliera dell'Universita' Citta' della salute di Torino, il Policlinico di Milano, il Soccorso violenza sessuale del Buzzi di Milano, il Centro regionale per la diagnostica del bambino maltrattato di Padova, l'ospedale Meyer e il Policlinico di Bari.
(Red/ Dire)