(DIRE - Notiziario settimanale Minori) Roma, 10 nov. - "Da quando e' stata istituita la Procura generale dello Sport (nel 2014, ndr) abbiamo trattato 47 casi di abusi su minori o su ragazze". E' il numero fornito dal procuratore Enrico Cataldi in apertura del convegno 'Donne e minori: lo sport contro la violenza', organizzato nel Salone d'Onore del Coni a Roma. "L'atleta, soprattutto nei primi anni della sua vita, individua nel maestro o allenatore una sorta di guida, il modello al quale ispirarsi", ha aggiunto Cataldi, spiegando che "lo spirito emulativo trascina a una dipendenza psicologica maggiore nello sport di quanto non succeda in altri ambienti, come quello scolastico".
Il procuratore generale dello sport ha evidenziato che "da quando siamo attivi ci siamo battuti su due fronti: il match fixing e gli abusi sui minori, a causa di una recrudescenza del fenomeno". A questo proposito "ci siamo adoperati tramite il capo di Gabinetto del Coni, Francesco Soro, perche' l'art. 33 del Codice di Giustizia sportiva fosse integrato dalle varie procure federali: si tratta della norma che riguarda il provvedimento di domanda cautelare per impedire che il reato possa portare a conseguenze piu' gravi per le vittime".
In pratica, ha spiegato Cataldi, si tratta di "togliere la tessera, la 'patente' di allenatore e maestro a chi si rende protagonista di abusi su minori, per evitargli di poter entrare in contatto con quel mondo mentre si aspetta l'iter giudiziario. Noi non possiamo aspettare, non interveniamo sulla liberta' personale ma quel soggetto non lo vogliamo piu' nel nostro mondo, in una federazione affiliata al Coni". Il tema degli abusi sui minori, "anche se crea imbarazzo, non deve essere evitato- ha concluso Cataldi- altrimenti si rischia di cadere nella tacita complicita' di episodi gravissimi".
Al convegno prendono parte, tra gli altri, anche la procuratrice della Fijlkam, Cristina Varano, la comandante della sezione vittime del Racis, Francesca Lauria, la procuratrice aggiunta di Roma Maria Monteleone, e Paolo Rozera, direttore generale di Unicef Italia.
(Red/ Dire)