"Criminalita' si sconfigge con politica efficiente e scuola"
(DIRE - Notiziario settimanale Minori) Palermo, 26 mag. - "Sono passati venticinque anni dalla strage di Capaci e, tra poche settimane, ricorreranno da quella di via D'Amelio. Venticinque anni sono tanti. Un'intera generazione di giovani e di ragazzi italiani e' nata e cresciuta dopo quei crimini efferati. Il nostro Paese, il mondo, le condizioni di vita sono profondamente cambiati da quel 1992. Eppure il ricordo di quei giorni lontani di Palermo, cosi' drammatici, cosi' cupi e cosi' segnati da tanta violenza e tanto dolore, permane pienamente vivido, in Italia e nel mondo". Lo ha detto il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella dall'aula bunker del carcere Ucciardone di Palermo.
Con l'assassinio di Falcone e quello di Borsellino, gia' allora considerati da tanti - non soltanto in Italia - simbolo e riferimento nella lotta a Cosa nostra, sembrava che, insieme al dolore, prevalesse lo scoramento. Che il sacrificio di tante persone, cadute nella lunga lotta alla mafia, si rivelasse inutile. Che la mafia, piegata e sconfitta nel maxi processo, si fosse rialzata, prendendosi la rivincita e, con essa, il suo perverso potere.
Ma la paura e la sfiducia- ha aggiunto Mattarella- non hanno avuto la prevalenza. La societa' civile, a partire da quella siciliana, ha acquisito, da quei giorni, una consapevolezza e una capacita' di reazione crescenti e destinate a consolidarsi nel tempo. Anche per le istituzioni e' necessario non limitarsi al dolore e al ricordo. Falcone e Borsellino, siciliani, profondi conoscitori della realta' della loro terra, rifiutavano e respingevano la concezione, falsamente mitizzata e, insieme, rassegnata, dell'invincibilita' della mafia e della sua impenetrabilita'. Quasi che essa fosse, in qualche modo, connaturata alla storia, alla mentalita' e, in definitiva, al destino della Sicilia. Quello della prevenzione e della repressione, affidate alla Magistratura e alle Forze dell'ordine - in assoluto, il primo elemento di efficace contrasto contro qualunque forma di criminalita' organizzata". "Devono esservi affiancate istituzioni politiche e amministrative trasparenti ed efficienti- ha concluso il capo dello Stato- che rifiutino, contrastino e denuncino ogni collusione o infiltrazione.
Un'azione, della scuola e di ogni altra realta' educativa, di formazione delle coscienze per la legalita', il rispetto degli altri e la liberta' della convivenza. Una condizione di alta occupazione, perche' un tessuto sociale sereno e solido resiste meglio a pressioni e influenze criminali".
(Red/ Dire)