Il 'focus' sul fenomeno e la nuova legge in un convegno alla camera
(DIRE - Notiziario settimanale Minori) Roma, 12 mag. - Opporre al 'fascino' negativo del bullo, il 'fascino' positivo di una figura autorevole alla quale il ragazzo vittima puo' rivolgersi senza remore, meglio se "uno di classe, con cui e' piu' facile confidarsi". E' una delle proposte messe in campo per combattere il cyberbullismo prospettata dal presidente della commissione Affari sociali della Camera Mario Marazziti, presente oggi al convegno nazionale 'Focus Cyberbullismo', promosso dal Kiwanis Distretto Italia San Marino alla Camera. Certo, sottolinea Marazziti, e' importante avere, come prevede anche la legge che sara' licenziata dalla Camera la prossima settimana, "insegnanti di riferimento, ma con gli adulti ci si confida meno". Non solo, per combattere un fenomeno che oggi e' diventato "un rilevante problema sociale e culturale", il presidente della commissione Affari sociali immagina una "infrastruttura di saggezza informatica cui possano fare affidamento i genitori spaventati di sapere e chiedere troppo ai figli". Per esempio, comprando loro lo smartphone, potrebbero contare sul fatto che il "back up che viene applicato sia automatico per i genitori".
Cosi' come, ha poi detto Marazziti, "ho invitato vari soggetti che gestiscono i social, come facebook, a immaginare un meccanismo che, mentre si e' in chat, autorizzi alla lettura e a guardare cosa sta accadendo", tipo un tasto 'help' da attivare quando serve. Di tutto questo si occupa la legge sul cyberbullismo che la Camera dovrebbe licenziare definitivamente la prossima settimana dopo un iter piuttosto travagliato. Ma "e' un primo passo, anche se si tratta di una soluzione minimalista visto che concerne solo i minori, mentre l'uso scorretto dei social riguarda anche gli adulti", sottolinea Paolo Beni, relatore della legge. E riferisce numeri allarmanti: "Oltre il 40% degli adolescenti e' iscritto a una piattaforma social e l'87% di questi usa lo smartphone. Sono connessi H24 e richiedono un'alfabetizzazione che spesso la famiglia non e' in grado di dare. E' come se i genitori che regalano gli smartphone- sottolinea Beni con un paragone efficace- senza avere la patente, regalassero una Ferrari a un diciottenne".
Sono indietro anche le scuole, "solo il 40% di queste e' attrezzato" ad affrontare il fenomeno, continua Beni. Proprio per questo la legge, piu' che "prevedere sanzioni, punta alla prevenzione, coinvolgendo le scuole e coordinando esperti e operatori di mercato". Nel dettaglio, all'art. 1 si delineano "definizione e finalita' della legge; all'art.2 gli strumenti a tutela delle vittime, fra cui l'istanza ai gestori di oscurare entro 48 ore il contenuto lesivo e, se non si risponde tempestivamente, puo' farlo il garante della privacy: l'art.3 istituisce un tavolo presso la presidenza del Consiglio dei ministri che pianifica le azioni". Infine l'art. 4, dedicato al ruolo delle scuole, con le linee guida, l'istituzione di un referente responsabile in ogni scuola, il coinvolgimento e l'accompagnamento delle famiglie dei ragazzi vittime di cyberbullismo e le sanzioni disciplinari. "Sul fronte penale- conclude Beni- si prevede solo un ammonimento da parte del questore, perche' quella sul cyberbullismo e' una legge che evita derive repressive ed e' centrata sull'attivita' di prevenzione".
(Red/ Dire)