(DIRE - Notiziario settimanale Minori) Roma, 28 lug. - Giocare e' bello, ma soprattutto fa bene, sempre e a ogni eta': ed e' un ottimo antidopo contro iperattivita', disturbo dell'attenzione e… invecchiamento. E' quanto assicura l'Osservatorio del Centro Studi Erickson, a partire dalle ricerche e dagli studi di Gianluca Daffi - esperto in psicologia dell'eta' evolutiva, docente universitario e ideatore della linea di giochi educativi "Giocare per Crescere" -, raccomandando questa attivita', favorita dalle vacanze estive. Il gioco serve insomma non solo a divertirsi, ma anche a "lavorare" su specifiche funzioni esecutive o su processi cognitivi per svilupparli e potenziarli.
Possono infatti essere "allenate", giocando, le funzioni esecutive, cioe' quell'insieme di processi mentali che supervisionano i nostri pensieri e comportamenti: flessibilita', pianificazione, attenzione, memoria di lavoro, inibizione della risposta, autoregolazione emotiva, soprattutto nei bambini che presentano disturbi dell'attenzione e dell'autocontrollo, secondo quanto confermato da diverse evidenze scientifiche e da una sperimentazione condotta da Daffi su circa 30 scuole dell'infanzia distribuite tra Lombardia, Piemonte e Toscana.
Da questa e' emerso che, grazie al gioco, i bambini imparano a trovare soluzioni ai problemi, ad affinare le loro capacita', a sviluppare il pensiero astratto, a gestire le relazioni sociali, a confrontarsi con gli altri. "Nessuna attivita' e' in grado di motivare i bambini all'azione in maniera cosi' forte come il gioco - spiega Daffi - Giocare non e' solo divertente: e' il modo migliore per conoscersi, confrontarsi, crescere insieme agli altri. E quando si smette di giocare, semplicemente si invecchia". Ecco allora alcuni consigli rivolti dal Centro Studi Erickson ai genitori, perche' riescano a giocare con i propri bambini nel modo migliore: Giocate insieme. E' un'occasione unica sia per scoprire le fragilita' dei bambini che per stupirsi delle loro competenze.
Complimentatevi. Che si tratti di un compagno o di un avversario, quando qualcuno vince merita di essere gratificato. Ricordatevi di divertirvi. Non dobbiamo diventare i campioni del mondo, giochiamo per star bene insieme e godere della nostra abilita' di "stare nel gioco". Ricordatevi che voi siete l'adulto. Fate in modo che qualsiasi parola, gesto o reazione siano per i bambini un esempio positivo di comportamento.
Trasmettete strategie. Se qualcuno fatica nel mantenere l'attenzione, accettare la sconfitta o ricordare le regole del gioco, cercate di suggerire delle strategie per superare queste difficolta'. Sappiate fermarvi al momento giusto. Non tirate il gioco per le lunghe, dovete fare in modo che il gioco termini lasciando la voglia di giocarci nuovamente.Ragionate ad alta voce. Ascoltare come voi adulti gestite il gioco potrebbe fornire utili suggerimenti anche al bambino.Spiegate ai bambini che abilita' serviranno per giocare, concentrandovi sulle competenze che dovranno mettere in gioco.Aiutate chi e' in difficolta'.
Tutti devono essere in grado di partecipare. Esaltatevi ed esultate. Se un gioco non vi emoziona, non serve a nulla. Il Centro studi offre anche alcune idee, per scegliere i giochi piu' adeguati alle diverse situazioni e ai differenti scopi: "Se volete potenziare l'attenzione, scegliete giochi che richiedono di trovare oggetti, fare associazioni di colori tra oggetti diversi, individuare stesse categorie all'interno di mazzi di carte".
Se l'obiettivo e' "potenziare la memoria di lavoro, allora scegliete giochi che richiedono di ricordare e memorizzare sequenze di azioni, oggetti, elementi, anche in presenza di distrazioni"; se invece si intende sviluppare la capacita' di pianificazione, "scegliete giochi che richiedono di pianificare l'incastro di elementi o progettare un percorso". In conclusione, il Centro studi ricorda che "un gioco intelligente puo' influenzare positivamente la crescita di tutti i bambini, anche di quelli disattenti o iperattivi. Recenti contributi della ricerca scientifica in ambito psicopedagogico dimostrano, infatti, che l'attenzione, l'autocontrollo, le abilita' di pianificazione e organizzazione sono alla base del funzionamento cognitivo e spiegano molte debolezze di questi bambini".
(Red/ Dire)