(DIRE-Notiziario settimanale Minori) Roma, 27 gen. - "L'esodo di massa in corso del popolo Rohingya dal Myanmar al Bangladesh in questo momento non e' altro che la conseguenza dell'ennesima, ingiusta, persecuzione a danno di una minoranza etnica dimenticata dal mondo. Solo nel gennaio 2017 altre 65.000 persone sono state costrette a scappare dai propri villaggi a causa della violenza indiscriminata messa in atto da parte dell'esercito del Myanmar. È davvero inaccettabile che nessuno prenda posizione sugli abusi inflitti a questa popolazione", dichiara Andrea Iacomini, Portavoce dell'Unicef Italia. "I numeri di questo nuovo esodo sono impressionanti. L'83% degli sfollati racconta di essere stata vittima di violenza e tortura e il 60% di loro sono donne e bambini- continua Iacomini- Questi bambini arrivano in condizioni di grande bisogno: il 33% di quelli sotto i 5 anni e' gravemente malnutrito mentre sono 20.000 quelli che necessitano di immediata assistenza umanitaria.
Sono bambini estremamente vulnerabili che hanno bisogno di cibo, di assistenza psicologica ma soprattutto di protezione: basti pensare che il 4% di loro e' non accompagnato e rischia di incorrere in matrimoni forzati, nel giro della prostituzione o dello sfruttamento". "Non e' possibile che i bambini Rohingya continuino a vivere questo incubo. Come Unicef ci siamo impegnati a raggiungere gli sfollati non solo attraverso beni primari come cibo e acqua, ma anche per fornire un supporto psico-sociale o creare dei centri educativi. Tutto questo non basta a cancellare gli abusi subiti. Il mondo deve essere informato di quanto sta accadendo e deve intervenire. Basta sporadici approfondimenti giornalistici, il caso dei Rohingya come quello di altre popolazioni vittime di persecuzioni e' gia' una tragedia umanitaria per cifre e proporzioni. Un genocidio in piena regola", conclude Iacomini.
(Red/ Dire)