Giornata della Memoria, Sant'Egidio: No all'indifferenza verso i nuovi atti di razzismo
La comunita', sottolinea: Occorre creare una nuova cultura e trasmetterla ai giovani
(DIRE-Notiziario settimanale Minori) Roma, 27 gen. - "A 72 anni dalla liberazione del campo di sterminio di Auschwitz-Birkenau, il ricordo dell'orrore e dell'abisso causato dall'antisemitismo e dalla predicazione dell'odio razziale e' particolarmente importante in questo passaggio storico per l'Europa e il mondo intero. La Giornata della Memoria - che si celebra oggi - e' un evento ancora piu' sentito proprio nel momento in cui va scomparendo la generazione dei sopravvissuti e dei testimoni della Shoah". E' quanto si legge in una nota della Comunita' di Sant'Egidio. "Ma non puo' limitarsi ad un esercizio passivo - prosegue la nota - . Troppa indifferenza di fronte ai nuovi atti di intolleranza e di razzismo, che vediamo riprodursi anche nel continente che conobbe il sorgere del nazismo, rischia di creare una pericolosa complicita'. Si devono invece valorizzare gli atti di solidarieta', integrazione e inclusione sociale a favore dei piu' deboli e discriminati, che vedono protagonisti gia' tanti cittadini in Italia. Occorre moltiplicarli per creare una nuova cultura e trasmetterla alle giovani generazioni. E' il modo migliore per celebrare la Giornata della Memoria e impegnarci per costruire una civilta' del convivere in cui ci sia spazio per tutti". Questa la riflessione di don Tarcisio Vieira, superiore generale dell'Opera don Orione:"La logica della violenza e della cultura dello scarto alla base dell'ideologia nazista, sono i mali che ancora oggi colpiscono tanti popoli e nazioni. Papa Francesco ci ha indicato la strada per sconfiggerli: credere e lavorare per la pace anche nel nostro quotidiano aprendoci al dialogo sincero tra i popoli e le religioni".
"La nostra Congregazione, - aggiunge don Vieira - durante la Seconda Guerra Mondiale, ha saputo scrivere una delle piu' belle pagine della sua storia grazie all'impegno di alcuni religiosi e religiose orionine come Don Piccinini, Don Cappelli, Don Pollarolo, Don Sciaccaluga, Suor Croce e Suor Bennata che nel silenzio riuscirono a mettere in salvo tante famiglie ebree sottraendole alla furia nazista a Roma, Genova, Milano e Torino. In particolare a Don Gaetano Piccinini nel 2011 e' stata conferita dallo Stato Israeliano la medaglia alla memoria di "Giusto fra le Nazioni"."Certamente influi' la visione e la pratica della carita' cristiana proposta da Don Orione che ripeteva 'la carita' di Gesu' Cristo non serra porte; alla porta del Piccolo Cottolengo non si domanda a chi viene donde venga, se abbia una fede o se abbia un nome, ma solo se abbia un dolore! Siamo tutti figli di Dio, tutti fratelli'". "L'orrore, la disperazione, il ricordo e la memoria della Shoa devono aiutarci a respingere ogni tentativo di far riaffiorare e alimentare la paura dell'altro e del diverso. Il timore e' che si possa ripercorrere con strumenti nuovi, ma pur sempre terribili, l'orrore di quegli anni. I muri e i recinti dei lager di allora - che chiusero in una morsa mortale milioni di Uomini - sembrano ora trasformarsi in altri muri, recinti, reticolati per respingere milioni di altri Uomini".
Gianmario Gazzi, presidente del Consiglio nazionale degli assistenti sociali osserva che "la Shoa ci insegna a guardare l'altro da noi senza paura e senza temere minacce che possano infrangere il nostro sogno di Europa: quel sogno che oltre settant'anni fa nasceva proprio da quell'incubo, spalancando cancelli e abbattendo reticolati ora li', in luoghi sacri, a perenne testimonianza di una delle piu' grandi tragedie dell'umanita'"."La Shoah ci invita a guardare l'abisso in cui era precipitato l'uomo - prosegue - ma ci indica anche gli errori che oggi si stanno compiendo nel cuore di quella stessa Europa; essi rischiano di diventare nuovi orrori con tragedie umane, rinnegate, rimosse, dimenticate di cui dobbiamo sentirci almeno in parte responsabili se continueremo a guardare dall'altra parte".
Sono tante le iniziative che l'Arci ha organizzato per celebrare il Giorno della Memoria. "La storia non si riscrive" e' lo slogan scelto per quest'anno.Saranno 1300 i giovani fra i 16 e i 18 anni che parteciperanno a un percorso di educazione alla cittadinanza, che vede il suo momento piu' importante nel viaggio in treno che li portera' a Cracovia e agli ex lagher di Auschwitz e Birkenau. Quest'anno i treni saranno due per far fronte alle numerosissime richieste di parteciparvi. Partiranno entrambi dal Brennero, il primo il 2 e il secondo il 10 febbraio.In tutta Italia i circoli e i comitati organizzeranno, il 27 gennaio e nei giorni a ridosso, eventi per ricordare il dramma della Shoah.
Usando i diversi linguaggi della cultura, nelle sue forme artistiche, espressive, musicali e cinematografiche. "Promuovendo iniziative specifiche rivolte ai giovani, perche' se ricordare e' un dovere di tutti, trasmettere la memoria a ragazze e ragazzi ha, se possibile, un valore ancora maggiore, indispensabile per formare alla cittadinanza attiva e consapevole".
(www.redattoresociale.it) (Red/ Dire)
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