Filomena Albano commenta il sequestro lampo in una struttura a Cassano
(DIRE - Notiziario settimanale Minori) Roma, 17 feb. - La Garante dell'Autorita' dell'Infanzia e dell' Adolescenza, Filomena Albano, collegata da Trani dove e' in visita a un'altra struttura per minori non accompagnati, ha commentato a Sky Tg24 il sequestro lampo in una struttura a Cassano delle Murge (Bari): "Sono ragazzi che sono nel centro di Cassano da piu' di 4 mesi e si chiedono che ne e' del loro progetto migratorio. La situazione di blocco e tensione di ieri e' stata risolta dal tempestivo intervento dei Carabinieri che sono riusciti anche a calmare la situazione. I 30 ragazzi africani del centro vogliono studiare e lavorare".
Sulla gestione dei flussi migratori e la questione dei minori la Garante ha precisato che "gli sforzi messi in campo dall'Italia sono stati notevoli. Nel 2016 sono arrivati in Italia 26mila ragazzi non accompagnati. Il problema e' il doppio-imbuto: il numero dei posti di seconda accoglienza, dove i ragazzi devono arrivare dopo esser stati al massimo 60 giorni nei centri di prima accoglienza, e il tempo di questo passaggio".
Alcuni di questi giovani, ha spiegato ancora Albano, "venivano da mesi, anche sette, in cui erano stati in un altro centro in Calabria. Sono in Italia da oltre un anno e per loro e' stata prevista solo un'alfabetizzazione veloce e niente altro. Si avvicina la maggiore eta' e il tempo per loro e' tutto. Occorre velocizzare le procedure".
La Garante prosegue il suo monitoraggio nazionale delle strutture: "Il compito dell'Autorita' e' individuare le criticita' e questa verifica e' cio' che stiamo facendo. Renderci conto delle loro condizioni di vita. Bisogna aumentare il numero dei centri di prima e seconda accoglienza e velocizzare il passaggio alla seconda per realizzare il progetto ad hoc previsto per ognuno". Nonostante la paura e la tensione dell'avventura di ieri la Garante insiste sui bisogni di questi minori e su quale sia il modo migliore di tutelarli: "Sta a noi cogliere l'opportunita': garantire loro un futuro. E' una risorsa per il nostro Paese e dobbiamo mettere in campo tutti gli sforzi per realizzarla. Venire in Italia rispondeva a un progetto di vita che non coincide con il non fare nulla in questi centri".
Non e' possibile un confronto tra l'Italia e l'Europa. Ci sono procedure e regolamenti diversi. "Il parallelo tra Paesi diversi - conclude la Garante - non e' semplice. Nel nostro Paese sono i tribunali a nominare i tutori, altrove sono le autorita' amministrative. Sulla garanzia dei diritti siamo una punta avanzata. Dobbiamo migliorare sul piano organizzativo".
(Red/ Dire)