Piu' sono in difficolta', piu' hanno bisogno di matematica
Gasca: Tutti si appassionano, attenti a non spegnerne l'entusiasmo
(DIRE-Notiziario settimanale Minori) Roma, 10 feb. - "I bambini si appassionano da soli alla matematica, il problema e' che in modo sistematico si spegne in loro l'entusiasmo e la curiosita'. È come dare passati a un bambino che invece ama sentire i differenti sapori degli alimenti che gli si danno da mangiare". È dura Ana Millßn Gasca, docente di Matematiche complementari presso il corso di laurea in Scienze della Formazione Primaria dell'Universita' Roma Tre, che intervistata dalla Dire aggiunge: ". La matematica e' una risorsa soprattutto per coloro che sono piu' avvantaggiati dall'istruzione: chi si esprime di meno, chi ha paura di mettersi in gioco e preferisce stare sempre con i suoi giocattoli, o ancora chi ha ritardi nello sviluppo del linguaggio. Piu' i bambini sono in difficolta' e piu' hanno bisogno della matematica. Noi insegnanti dobbiamo essere in grado di identificare con maggiore chiarezza i loro punti di forza - continua l'autrice- e spingere su questi il piu' possibile, galvanizzarli".
La professoressa e' anche autrice del libro 'Numeri e forme. Didattica della matematica con i bambini' (Zanichelli, 2016), che martedi' 14 febbraio sara' presentato nell'Istituto comprensivo Regina Elena di Roma (Via Puglie 6), alle ore 16.30, dallo storico dell'educazione Lorenzo Cantatore: "Gasca consente di accostare la matematica alla vita reale. Dalle forme che ci circondano, alla misurabilita', alla simmetria, ai principi di uguaglianza e differenza- continua l'esperto della tradizione pedagogica italiana-, sono tutti concetti che fanno parte fondante della nostra esistenza, del nostro relazionarci con gli oggetti, gli spazi, con gli altri e con le azione della vita. Il suo libro segna una grande apertura nei confronti dell'arte, dell'antropologia, della storia e della didattica. È fortemente umanistico e finalmente infrange gli steccati fra bambini a cui piace la matematica e quelli a cui piace l'italiano.
Due dimensione che invece vanno molto d'accordo- conclude lo storico- sia a livello disciplinare che nella vita quotidiana". Cento anni fa, prosegue Gasca, "un grande studioso matematico, Charles-Ange Laisant, affermo' che per trasformare la societa' bisognava partire dalla scuola primaria, cosi' scrisse un libro di matematica per bambini. Secondo lui, il problema non e' insegnare a chi ha gia' la propensione naturale, ma a chi non ha come principale passione la matematica". La societa' europea si era infatti posta "l'obiettivo di offrire il frutto meraviglioso del pensiero matematico a tutti, ma purtroppo- spiega Millßn Gasca- a partire dal secondo dopo guerra si diffuse l'idea che la matematica fosse contraria alla natura dei bambini. Una tale affermazione indica una contraddizione terribile- avvisa la professoressa- poiche' viviamo in un mondo tecnologico e matematizzato. Anche a causa di questo pregiudizio, la maggior parte dei docenti della scuola Primaria non vogliono insegnare matematica. Bisogna cambiare prospettiva- consiglia la studiosa-, perche' quando si insegna matematica ai bambini si incontra sempre una magnifica accoglienza".
Da dove deriva questo malinteso? "Gli studiosi, come Lucien Le'vy-Bruhl, pioniere dell'antropologia, che in passato entrarono in contatto con quei popoli definiti selvaggi o primitivi, dissero: 'Sono illogici, perche' non conoscono il principio di non contraddizione'. Negli anni '40, '50 e '60 questa idea fu trasferita sui bambini- aggiunge Gasca-. Si credeva, infatti, che il bambino fosse illogico, tanto che in prima elementare gli facevano studiare la Logica come preparazione alla matematica.
Questa e' una follia. Chi conosce veramente i bambini- chiosa la docente universitaria- sa che hanno una logica stringente, a cui poi si aggiunge la presenza di una prepotente spinta immaginativa e di una forte capacita' mnemonica. Noi dobbiamo avvicinarci al loro mondo di fantasia e ai loro interessi".
La domanda e': "Se diamo come problema matematico il conto di una spesa, i bambini si interesseranno al compito perche' e' pratico o perche' vogliono far finta di essere la mamma e il papa' al supermercato? Per loro e' un gioco. In Brasile i bambini studiano la matematica e imparano a fare i conti a mente perche' e' utile- continua l'autrice-, perche' vanno al mercato con i genitori alle 4 del mattino. In Italia e' diverso, i bambini sono ancora lontani dalla pratica della matematica, a loro interessano i giochi e i supereroi".
Il libro, frutto di una lunga ricerca di studio e di lavoro sul campo, "e' una guida pratica per gli insegnanti della scuola primaria e della cattedra di Matematica e Scienze delle scuole Medie. Si pone l'obiettivo di aiutarli, in primis, a lasciare da parte la matematica procedurale. I bambini non devono imparare a memoria le procedure, le equivalenze, gli algoritmi, le classificazioni e le formule. Quella non e' matematica- sottolinea la studiosa-. Non dobbiamo trasmettere rimasugli ad uso e consumo dei ragazzi. Dobbiamo parlare della matematica vera: il concetto di 'punto' e', ad esempio, uno dei piu' antichi del pensiero umano e un bimbo di 4 anni lo comprende perfettamente nella sua astrazione. Questo non esclude l'imparare a fare le operazione- conclude Gasca- ma dobbiamo ricordare che lo studio dei numeri e' quasi una magia".
(Red/ Dire)
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